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Sale di comunità, quando il cinema parrocchiale batte i multisala

Sono più di 800 in Italia, e ogni anno ne riaprono una quindicina: sono le sale di comunità, piccoli locali parrocchiali che sembravano destinati a chiudere con l'avvento dei multisala, e sono invece rinati intercettando quella fame di luoghi in cui trovarsi e stare insieme di cui l’Italia è piena. In questi giorni ad Ascoli si celebrano le loro Giornate Nazionali, e Vita di giugno ve li racconta

di Gabriella Meroni

C’è un nuovo cinema in città, e ha quasi 100 anni: la sala di comunità, un tempo conosciuta come cinema parrocchiale. Una vera sorpresa di questi ultimi anni: nonostante l’impennata hi-tech che ha investito l’universo cinematografico del terzo millennio, fatto di multisala, 3D e digital sorround, questi locali associati nell’immaginario collettivo alle pellicole di Don Camillo e alla filodrammatica dei pensionati stanno vivendo un’inaspettata, vivacissima primavera, perché intercettano quella fame di luoghi in cui trovarsi e stare insieme di cui l’Italia è piena. Se ne occupa Vita Bookazine di giugno con un ampio servizio ricco di numeri, testimonianze e foto.

Mediamente ogni anno riaprono dalle 10 alle 15 sale, che si oppongono in partenza alle sirene tridimensionali e puntano su altro, diventando collettori di reti e di attività, offrendo un ampio ventaglio di proposte culturali e ponendosi come punto di riferimento di intere comunità. In Italia sono 804, censite nel recente volume “I nuovi cinema paradiso” di Alberto Bourlot e Mariagrazia Fanchi, e attirano persone diverse di età diverse, non necessariamente frequentatori della parrocchia, ma cittadini attivi e curiosi che in questi luoghi sanno di poter trovare concerti, spettacoli teatrali, incontri, conferenze ma anche feste di quartiere e riunioni di comitati civici.

La chiave del successo delle sale di comunità è il gruppo di gestione, fatto di volontari appassionati e competenti

Una dimensione di polivalenza e vicinanza che i cinema industriali non hanno e non potrebbero avere. Alla base di questo successo, un modello di gestione innovativo, fatto di volontariato (l’86% di chi manda avanti una sala non è retribuito, ma solo nel 16% dei casi è un sacerdote) ma anche di passione e competenza, e – altra sorpresa – di tantissimi giovani. In questi giorni ad Ascoli Piceno il coordinamento nazionale delle sale di comunità, l’Acec (Associazione Cattolica Esercenti Cinema) è riunito per i Sdc Days, le Giornate Nazionali delle Sale di Comunità. E proprio Acec ha intercettato prontamente l’universo di ragazzi che frequentano e amano questi cinema antichi ma sempre nuovi, e ha commissionato a un gruppo di loro il nuovo video istituzionale. Girato in due giorni letteralmente on the road (nella foto, il pullmino con cui i volontari si sono spostati per realizzare il corto), vede come protagonisti i giovani del Lux di Busca (nella foto di apertura), del Cinema Don Zucchini di Cento (FE) e il Cine-teatro Lux di Camisano Vicentino (VI).


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