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Cooperazione & Relazioni internazionali

AOI: no al controllo sulle ONG che salvano i migranti

L’Associazione delle ONG italiane esprime forte preoccupazione sugli esiti del prevertice di Parigi, che anticipa la riunione informale dei ministri degli interni dell’Ue in programma a Tallin il 6 luglio. AOI dice no ai limiti e ai controlli che Italia, Francia, Germania e il Commissario Avramopoulos vogliono imporre alle Ong nel salvataggio dei migranti in Mare Mediterraneo

di Redazione

“Le ONG attive sulle navi della solidarietà sono state oggetto di attacchi mediatici e commissioni d’inchiesta da cui é emersa chiaramente la loro mission e la loro azione trasparente e coerentemente solidale. Oggi di nuovo Italia, Francia, Germania e UE insieme hanno deciso di ‘sposare’ la linea di Frontex e di individuare nel soccorso umanitario in mare delle organizzazioni sociali il problema, il mitico ‘pull factor’ del fenomeno migratorio”. Così l’Associazione delle ong italiane (AOI) reagisce alle conclusioni del minivertice che si è tenuto ieri a Parigi tra Francia, Italia, Germania e il commissario europeo per le migrazioni, Dimitris Avramopulos.

Ieri sera, i ministri Minniti, il francese Gérard Colomb e il tedesco Thomas de Maizière, assieme ad Avramopoulos hanno raggiunto un accordo per regolamentare le azioni e i finanziamenti delle ONG, aumentare i fondi al governo libico per il controllo delle sue coste e rilanciare il piano di ricollocamento dei migranti, se non modificarlo per consentire gli sbarchi in altri paesi dell’UE, in modo da sollevare l’Italia dal peso dell’accoglienza.

Oggi di nuovo Italia, Francia, Germania e UE insieme hanno deciso di ‘sposare’ la linea di Frontex e di individuare nel soccorso umanitario in mare delle organizzazioni sociali il problema.

L’incontro era stato organizzato per un confronto su un “approccio coordinato e concertato” alla crisi migratoria nel Mare Mediterraneo e per “vedere come poter meglio aiutare l’Italia”, dopo la minaccia espressa dal governo italiana di chiudere i porti italiani agli sbarchi e limitare il lavoro delle ong.

Per l’AOI, non è possibile “dare ‘fiducia’ e autonomia nel controllo dei flussi dei migranti e profughi al governo libico, che non ha rispetto alcuno dei diritti umani, con la conseguente piena e libera operatività alla sua guardia costiera, quella stessa che spara alle navi che salvano vite umane, anche a quelle della guardia costiera italiana”. Inoltre, l’associazione denuncia un’intesa che mira a “colpire le #ONG, limitandone fortemente l’operato umanitario e stabilendo livelli di controllo addirittura delle loro fonti di finanziamento”.

“In questi mesi Ong e associazioni impegnate nell’asilo e accoglienza dei profughi e migranti hanno inviato appelli, posizionamenti e proposte al Governo italiano chiedendo incontri per un confronto e hanno sensibilizzato le reti sociali della solidarietà europea perchè chiedessero un impegno dei loro Paesi a fianco dell’Italia nell’affrontare la crisi umanitaria. Ma non questo tipo di impegno, teso a erigere nuovi ‘muri’”, denuncia AOI.

Pertanto, l’Associazione delle ong italiane “chiede che il Governo italiano incontri le rappresentanze ONG, il Tavolo Asilo e le associazioni tutte che stanno sulle navi della solidarietà nel nostro Mediterraneo per spiegare prima del vertice di Tallin quali sono le posizioni certe dell’Italia e quali le motivazioni: perché venga data una risposta certa alle tante richieste di incontrarsi e confrontarsi. L’Italia non si può permettere una divisione netta tra la politica e la società civile solidale e responsabile”.

Foto di copertina: Proactive Open Arms NGO


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