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Cooperazione & Relazioni internazionali

L’ospedale inglese apre alla proposta di trattamento

«Non abbiamo cambiato idea», scrive il GOSH, che tuttavia «alla luce delle nuove dichiarazioni» del team di esperti internazionali ha chiesto alla High Court di riesaminare il caso. «Due ospedali internazionali e i loro ricercatori ci hanno comunicato che hanno nuove prove rispetto al trattamento sperimentale proposto e crediamo, insieme ai genitori di Charlie, che sia giusto esplorarle»

di Sara De Carli

Il Great Ormond Street Hospital for Children, l’ospedale che ha in cura Charlie Gard, ha presentato richiesta alla Corte Suprema per una nuova udienza, alla luce delle nuove evidenze connesse al potenziale trattamento avanzate nelle ultime 24 ore dall’equipe internazionale di medici e ricercatori, di cui abbiamo scritto già questa mattina. L’annuncio ufficiale è arrivato in serata da parte del Great Ormond Street Hospital for Children, con un comunicato stampa: «abbiamo appena incontrato i genitori di Charlie per informarli di questa decisione e continueremo a mantenerli pienamente informati della situazione. Due ospedali internazionali e i loro ricercatori ci hanno comunicato che hanno nuove prove rispetto al trattamento sperimentale proposto e crediamo, insieme ai genitori di Charlie, che sia giusto esplorarle».

Il comunicato ha toni molto più empatici dei precedenti e scrive fra l'altro che «i nostri medici hanno esplorato ogni trattamento medico, comprese le terapie nucleosidiche sperimentali. Esperti medici indipendenti hanno convenuto con la nostra squadra clinica che questo trattamento sarebbe ingiustificato. Hanno detto anche che sarebbe inutile e prolungerebbe la sofferenza di Charlie. Non si tratta di una questione di denaro o di risorse, ma di ciò che è giusto per Charlie, del suo best interest. La nostra visione non è cambiata. Riteniamo opportuno verificare la posizione della High Court alla luce delle nuove dichiarazioni. La nostra priorità è sempre stata e sarà sempre l'interesse di Charlie Gard».

Anche Mariella Enoc, presidente dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù, ha registrato un video da Bangui, in cui si è detta «molto contenta della notizia che i ricercatori hanno messo a disposizione il loro trattamento per il GOSH di Londra, il quale pensa di poterlo verificare. Ringrazio molto tutte le persone che fanno ricerca, perché noi non sappiamo quanto sia la loro fatica e quanto la loro soddisfazione che non è mai economica ma solo quella di salvare vite. Sono molto contenta per la mamma e il papà di Charlie che hanno una piccola speranza e per l’opportunità che viene data al bambino. Noi non ne sappiamo i risultati, sappiamo che dobbiamo credere nella scienza».

Mitocon, l’associazione delle famiglie e dei pazienti mitocondriali italiana che in questi giorni è stata in contatto costante con la famiglia di Charlie Gard e con l’equipe internazionale di scienziati e ricercatori, ha commentato così la notizia: «per i prossimi giorni l’equipe internazionale ed i medici del GOSH si confronteranno per rivalutare la possibilità di sottoporre Charlie alla terapia sperimentale. Questo non vuol dire che il caso è risolto ma vuol dire che una luce di nuova speranza sta illuminando la vita della famiglia Gard e di tutta la famiglia mitocondriale. Siamo grati ai medici del GOSH e alle autorità inglesi di aver accolto questo nostro appello. Fino a quando non sarà presa una decisione in proposito, il piccolo Charlie sarà curato ed assistito e sarà conseguentemente sospesa l’attuazione della sentenza dell’Alta Corte. Ci auguriamo che il lavoro dei medici e dei ricercatori dei prossimi giorni porti presto a dei risultati concreti per Charlie e la sua famiglia e per tutti i bambini che come Charlie sono in attesa di una terapia».

Foto dal gruppo facebook Charlie's army


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