Attivismo civico & Terzo settore

Intesa Stato-Regioni, la nota del Movimento No Slot

Dopo più di un anno di difficilissima e, a tratti, persino drammatica trattativa, ora è il momento di riflettere sulle cose fatte e su quelle da fare. La partita antiazzardo non si è chiusa ieri. Ieri si è aperta, e nella sua inaudita gravità è stata colta da tanti

di Movimento no slot

L'accordo raggiunto ieri, all'unanimità, in Conferenza Unificata Stato Regioni cambia il livello della questione. Forse in meglio, forse in peggio – questo attiene a un altro campo del discorso e al gioco delle valutazioni e delle parti – ma la cosa certa è che lo cambia. Radicalmente.

Dopo più di un anno di difficilissima e, a tratti, persino drammatica trattativa, ora è il momento di riflettere sulle cose fatte e su quelle da fare. Non dimenticandoci da dove siamo partiti (la prima oscena bozza di legge delega, la prima oscena bozza di accordo Stato e Regioni) e, soprattutto, dove vogliamo arrivare.

Il nostro giudizio sull'azzardo legale o illegale che fosse, trattato come fenomeno dissipativo del legame sociale, è sempre stato netto: non ci siamo mai astenuti dal presentare in forma chiara, per alcuni persino dura, ma sempre meditata e fonte si studio i nostri giudizi.

Ci siamo sempre esposti senza doppi fini e con spirito di servizio – e tanti amici e associazioni l'hanno fatto con noi e forse meglio di noi – scrivendo e studiando, polemizzando o dialogando. Proponendo, proponendo, e ancora proponendo e rischiando. Ma questo, alla lunga, ha dato i suoi frutti. Il frutto migliore è in quella goccia d'acqua che – crediamo – siamo riusciti a portare nel mare in tempesta di una società civile che sul tema dell'azzardo si è mostrata capace di capire, sentire, agire, chiedere e fare.

La politica ne ha dovuto prendere atto e con i suoi tempi e i suoi limiti ha cercato di mettersi al passo con questa società civile. Ci è riuscita? Evidentemente no. Ma qualche tema, qualche passo, in un'agenda che si vorrebbe piena solo di rabbia rancore o superficiali appelli a vuoto, siamo riusciti a farlo passare. A partire dalla trasparenza della discussione e del confronto tra istituzioni e società civile. Le bozze non più nascoste o trafugate ma online per la pubblica discussione.

Non è una vittoria, questo non è un gioco a somma zero: si vince o si perde tutti. E in ballo c'è ciò che tiene unita una società, la sua legatura etica, morale, civile.

Da qui dobbiamo non ripartire – non ci siamo mai fermati – ma insistere, tenendo conto delle circostanze mutate. Un principio di ascolto è stato avviato sul tema del contrasto all'azzardo: la sussidiarietà nel contrasto, il valore delle leggi regionali (costantemente impugnati dal Governo fino a tre anni fa!) e dei regolamenti comunali, il riconoscimento seppur parziale e ancora insufficiente che l'azzardo (tutto: legale o illegale che sia) è un disvalore sociale e economico, la questione della trasparenza sui dati…

Piccoli-grandi temi di cui siamo stati protagonisti. Che qualcuno li abbia ascoltati ci fa piacere. Allargare il campo dell'ascolto è la prossima sfida. Perché la partita antiazzardo non si è chiusa ieri. Ieri si è aperta, e nella sua inaudita gravità è stata colta da tanti.

Sta ai decisori decidere. Sta a tutti pensare e agire affinché le parole di chi decide siano davvero conseguenti nelle decisioni concrete.

«In sé – scriveva Montaigne – la vita non è né bene né male, è il luogo del bene o del male a seconda di quello che facciamo».


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