Politica & Istituzioni

Il Reddito di Inclusione è in Gazzetta Ufficiale

Pienamente operativa la prima misura nazionale di contrasto alla povertà. Partirà il 1° gennaio 2018: se si pensa che dello strumento precedente, il Sia, hanno beneficiato solo 160mila famiglie a fronte delle 400mila previste, ci accorgiamo di quanto ora sia cruciale un'opera di informazione e di emersione dei bisogni da parte degli enti locali e del terzo settore

di Annamaria Parente

Da oggi il Reddito di Inclusione (ReI) è pienamente operativo. È stato infatti pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto attuativo della legge delega per l'istituzione di una misura unica di contrasto alla povertà. Da relatrice del provvedimento in Senato ne sono particolarmente orgogliosa e fiera.

Come cattolica penso che, con la prima norma nazionale di contrasto alla povertà, si sia compiuto un passo importante verso gli insegnamenti della Dottrina sociale della Chiesa, «rendere giustizia ai poveri, affrancare gli oppressi, consolare gli afflitti, ricercare attivamente un nuovo ordine sociale, in cui si offrano adeguate soluzioni alla povertà materiale e vengano arginate più efficacemente le forze che ostacolano i tentativi dei più deboli di riscattarsi da una condizione di miseria e di schiavitù. Quando ciò accade, il Regno di Dio si fa presente su questa terra, pur non appartenendole».

Da donna, per anni attiva nel sociale, credo che l'intervento di lotta alla povertà, composto da un beneficio economico e da servizi di accompagnamento agli individui e alle famiglie, indichi una visione della società che mette al centro la cura della fragilità delle persone, attivandole, per affrontare i rischi del mondo contemporaneo, dall'aumento delle diseguaglianze ai mutamenti del lavoro.

Il nuovo reddito di inclusione partirà dal 1 gennaio 2018 e sostituirà l'attuale Sostegno di Inclusione Attiva (Sia). Di qui a quella data ci sarà molto da fare in termini di diffusione delle informazioni alle cittadine e ai cittadini per l'accesso all'assegno e al percorso di inclusione.

Se pensiamo che, secondo dati del Ministero del Lavoro, del Sia hanno finora beneficiato 160mila famiglie a fronte delle 400mila previste, ci accorgiamo che, anche se le nuove regole del ReI saranno senza dubbio più agevoli, è essenziale una grande opera di emersione dei bisogni delle persone da parte degli enti locali, ma soprattutto del terzo settore, in particolare delle associazioni di volontariato sui territori. Troppo spesso infatti le persone in condizioni di povertà non si rivolgono alle istituzioni per trovare sollievo alle loro difficoltà: i motivi possono essere rintracciati nella diffidenza, nei timori di "controlli" o nell’imbarazzo che si vive in condizioni di disagio molto forti. Al contrario, la misura nazionale prevede una forte attivazione dei soggetti e delle loro famiglie attraverso la costruzione del progetto personalizzato che i Comuni devono avviare con equipe multidisciplinari di valutazione dei bisogni.

Si può dire che il reddito di inclusione è il vero reddito di cittadinanza. Esso porta con sé una strategia, la forza di una lotta alla povertà insieme ai poveri stessi.È necessario superare, attraverso questa misura, una visione assistenzialista ed anche a volte "burocratica" dei patti, dei progetti e dei percorsi di inclusione.

E allora parliamo degli impegni per il futuro. Già dalla prossima legge di bilancio sarà necessario prevedere il rafforzamento degli assistenti sociali ed il sistema dei servizi sui territori in quanto la norma nazionale stabilisce un livello essenziale delle prestazioni.

Come pure, con le risorse aggiuntive annunciate dal Governo con il Documento Economico e Finanziario (DEF), approvato dal Parlamento la settimana scorsa, è opportuno arrivare in tempi brevi, anticipando il Piano Nazionale per la lotta alla povertà e all' inclusione sociale, previsto dalla normativa, ad una copertura universalistica di tutte le famiglie che sono sotto la soglia stabilita dai criteri di accesso al ReI. Sappiamo che il ReI é rivolto alle persone in povertà assoluta. Nella prima fase la misura è destinata prioritariamente ai nuclei familiari con almeno un figlio minore, con una persona con disabilità, con una donna in stato di gravidanza o con un over cinquantacinquenne in stato di disoccupazione. Ma il nuovo strumento non può riprodurre una continua frammentazione categoriale, per questo ci impegneremo nelle prossime settimane perché il reddito di inclusione diventi universale quanto prima possibile.

L'Alleanza Contro la Povertà ha evidenziato, proprio dalle pagine di questo giornale, il timore che nelle settimane che ci condurranno alla presentazione della Legge di Bilancio, il dibattito politico si focalizzi sull’ammontare degli stanziamenti aggiuntivi perdendo di vista obiettivi e progettualità e che occorrerebbe un confronto più ampio sul futuro del welfare italiano.

Personalmente accolgo l'appello e lo sprone di Alleanza Contro la Povertà e penso che dovremmo costruire al più presto un grande dibattito pubblico, accompagnando proprio la Legge di Bilancio, sulla necessità di un nuovo welfare, generativo, fatto di responsabilizzazione, valutazione dei risultati, di moltiplicazione delle opportunità a disposizione di tutti, a partire dalle capacità di ognuno, come ci insegna un grande del nostro tempo, Amartya Sen.

Noi affrontiamo con il primo provvedimento nazionale di contrasto alla povertà anche il tema generale della diseguaglianza degli esiti. Ce lo ricorda, in un bellissimo libro sulla disuguaglianza, Anthony Atkinson, il grande economista scomparso di recente, quando dice che la disuguaglianza degli esiti è molto importante, alla stessa stregua di quella della disuguaglianza delle condizioni di partenza perché nella vita possono succedere incidenti, inciampi, perdita di lavoro, malattie, separazioni e quando le famiglie e le persone non ce la fanno vanno aiutate. É per questo che va costruito una nuova, solida ed umana visione del welfare. Il Reddito di Inclusione segna una strada.

Annamaria Parente è capogruppo Pd in Commissione Lavoro e Politiche Sociali del Senato e relatrice della delega sul contrasto alla povertà

Foto Kai Oberhauser /Unsplash


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