Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Cooperazione & Relazioni internazionali

UNICEF: mancano ancora fondi per l’emergenza Rohingya

Continua l’emergenza umanitaria in Bangladesh dove, alle condizioni critiche delle comunità locali, si è aggiunta anche la crisi dei migliaia di rifugiati Rohingya, fuggiti in massa negli ultimi due mesi, per sottrarsi all’ultima ondata di violenze e persecuzioni in Myanmar. I fondi per l’emergenza rimangono ancora insufficienti

di Redazione

Sono ancora costrette a vivere senza assistenza di base le migliaia di bambini e donne Rohingya fuggite in Bangladesh per per sottrarsi alle violenze e alle persecuzioni in Myanmar.

L’allarme è stato lanciato in occasione della conferenza internazionale a Ginevra in cui si sono incontrati i rappresentanti di governi donatori e di organizzazioni umanitarie, con l’obiettivo di raccogliere fondi per quella che resta ancora un’emergenza fortemente sotto finanziata.

Circa 1,2 milioni di persone – compresi i nuovi arrivati, i rifugiati rohingya che hanno lasciato il Myanmar in seguito alla precedente ondata di violenze e le comunità vulnerabili del Bangladesh – hanno bisogno di assistenza umanitaria a Cox’s Bazar. Quasi 720mila sono bambini. È stato stimato che circa 450mila bambini rohingya tra i 4 e i 18 anni hanno bisogno di servizi per l’istruzione, di questi 270mila fanno parte degli ultimi afflussi in Bangladesh. Circa 17mila bambini con malnutrizione acuta grave hanno bisogno di cure ospedaliere e ambulatoriali e 120mila donne in gravidanza o in allattamento hanno bisogno di cibo nutritivo complementare. Si riscontra anche una grande mancanza di acqua e servizi igienico-sanitari negli insediamenti dei rifugiati, con in media 100 persone per una latrina.

“La crisi dei rifugiati rohingya non sembra arrestarsi”, ha dichiarato Edouard Beigbeder, rappresentante UNICEF in Bangladesh. “I bisogni dei rifugiati e delle persone delle comunità ospitanti stanno aumentando a un ritmo molto più veloce rispetto alla nostra capacità di risposta. Abbiamo bisogno di maggiori risorse, adesso. Data l’attuale densità della popolazione e le scarse condizioni igienico-sanitarie, ogni epidemia di colera o diarrea acquosa acuta, endemiche in Bangladesh, potrebbe uccidere migliaia di persone che risiedono negli accampamenti provvisori”.

Sono stati riscontrati casi di morbillo tra la popolazione insediata e tra i nuovi arrivati. L’UNICEF sta lavorando per accelerare il programma di vaccinazioni di routine, che comprenderà anche le comunità ospitanti. Arrivano anche notizie di genitori o altre persone che si prendono cura di bambini che hanno dichiarato di non poter curare i propri bambini a causa del loro vulnerabile stato emotivo e psicologico. Molti adolescenti hanno dovuto assumersi maggiori responsabilità, aiutando nella distribuzione e raccolta di legna da ardere e prendendosi cura dei loro familiari più grandi o dei fratelli. Almeno 900 bambini vivono in famiglie guidate da altri bambini.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA