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Passeresti un giorno nei panni di un clochard?

Un’associazione di Porto Tolle, con il contributo del Csv di Rovigo, lancia un gioco dell’oca ispirato alle avventure di un senzatetto che deve ogni giorno risolvere mille difficoltà. Voi ce la fareste?

di Francesco Casoni

Come raccontare un’esperienza lontana dal nostro quotidiano, come quella di chi vive per strada? L’associazione Solidarietà Delta ci prova con un gioco da tavolo: un vero e proprio gioco dell’oca ispirato alle avventure di un senzatetto, per mettersi nei suoi panni e viverne le difficoltà, le sfide, i fallimenti e i successi. Si chiama “Il percorso della solidarietà” ed è un gioco pensato per parlare ai ragazzi delle scuole medie, per scoprire sia i problemi, che le molte risposte offerte dal volontariato.

L'idea arriva da un’associazione di un piccolo comune, Porto Tolle (in provincia di Rovigo). Eppure, anche in questa comunità di nemmeno 10mila abitanti sparsi in un vasto lembo di terra, circondato dalle foci del Po, non mancano situazioni di difficoltà: «Siamo nati nel 1989, occupandoci inizialmente solo di tossicodipendenze, – racconta Isabella Tognon, tra le fondatrici. – Qui abbiamo aperto una comunità di accoglienza, poi divenuta comunità terapeutica. Ma da sempre i nostri volontari, oltre al servizio in comunità, si occupano di famiglie in difficoltà. Chi ha un familiare con problemi di dipendenza, spesso ha problemi anche sul piano economico».

Il gioco è nato durante le attività con le scuole, coordinate da un decennio dal Centro di servizio per il volontariato di Rovigo: «Avevamo la necessità, – dice Tognon, – di fare un’attività con le scuole medie, senza tuttavia affrontare un tema come quello delle dipendenze, che non ci sembrava adatto a questa fascia d’età”. L’idea e la trama del gioco sono venute dalla lettura del libro “Manuale di sopravvivenza per immigrati clandestini” del giornalista Piero Colaprico. Mette in scena un ragazzo dell’Europa orientale in Italia, costretto ad affrontare le traversie di qualsiasi persona straniera e senza mezzi: mancanza di documenti, vita per strada, malattie, ricerca di un lavoro. A consentirgli di proseguire, di casella in casella, sono i gesti solidali di singoli cittadini o i servizi indispensabili di organizzazioni caritatevoli.

Dopo una prima versione realizzata con mezzi molto semplici, l’associazione ha pensato di fare un passo avanti. Grazie ad un contributo economico del CSV, l’idea è diventata un vero e proprio gioco in scatola, con la grafica di Smart Mix e le splendide illustrazioni di Isacco Saccoman, collaboratore del Messaggero dei ragazzi e della Scuola internazionale di comics.

Il gioco è arrivato nelle classi della scuola locale già nella scorsa primavera. Le reazioni? «Alcuni aspetti li hanno fatti ridere, – racconta l’operatrice Giulia Bellan. – Ad esempio, hanno trovato buffo il fatto che il protagonista usasse i bagni del Mc Donald’s per potersi lavare. Questo ha consentito loro di comprendere qual è la situazione reale di chi vive per strada, partendo anche dalle piccole cose». Per l’associazione è un successo: «I ragazzi hanno anche potuto individuare le varie associazioni che aiutano il protagonista, – prosegue Bellan, – ma anche i gesti quotidiani che tutti possiamo fare».

Giocando, insomma, i ragazzi diventano i protagonisti della storia, imparando a mettersi nei panni di un altro, scoprendo un mondo lontano dalla loro esperienza, apprendendo che si può fare la differenza con molti piccoli gesti quotidiani. Pensato per un pubblico giovane, è in realtà adatto a tutti e da utilizzare in un contesto inter-generazionale con giovani ed adulti, a scuola, in famiglia, in parrocchia e nelle Associazioni, anche per stimolare il dibattito e la riflessione sulle persone ed i fenomeni umani, in modo meno superficiale di quanto avviene oggi.

Del gioco sono state stampate alcune centinaia di copie, che l’associazione metterà a disposizione, su richiesta, delle scuole interessate ad utilizzarlo. Si può anche richiedere al Csv di Rovigo.


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