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A Natale, mense aperte per nutrire il cuore dei poveri

Nell'anno che ha visto l'apertura della nuova mensa, gli utenti dei diversi servizi di Osf hanno registrato un aumento del 4% rispetto al dato del 2016. Gli italiani sono il gruppo nazionale più numeroso. Al pranzo del 25 dicembre attese in corso Concordia e piazzale Velasquez almeno 1.500 persone

di Antonietta Nembri

«A Natale chi sta bene, sta meglio, ma chi sta male in questo giorno sta anche peggio», non è un giudizio a caso quello che da padre Marcello Longhi, vicepresidente di Opera San Francesco per i poveri. «Il giorno di Natale chi ha una vita ferita prende coscienza della sua condizione ed è anche per questo che il 25 dicembre le nostre mense saranno aperte». Non è una novità, per Osf, ogni anno anzi il problema è «dire di no ai volontari che si offrono di servire il pasto. In tanti percepiscono il valore di questo gesto e chiedono di essere presenti, ma non possono venire tutti. È difficile dover dire loro di no».
Padre Marcello ci tiene però a sottolineare che nessuno di loro, né gli stessi frati si sentono dei “supereroi”, «non siamo né gli unici né i migliori» dice e aggiunge: «Nelle nostre due mense (saranno aperte quella storica di corso Concordia e la nuova di piazzale Velasquez) certo le pietanze saranno da festa, ma quello cui puntiamo è dar da mangiare al cuore, offrire un contesto in cui al centro ci saranno le relazioni, l’accoglienza».

Al pranzo di Natale sono attese circa 1500 persone tra le due mense e sono migliaia gli utenti che ogni giorno frequentano i servizi messi a disposizione da Opera San Francesco per le persone in difficoltà. Ognuno di loro si porta dietro la sua storia, il suo dolore e le sue speranze. Lavarsi, cambiarsi d’abito, mangiare un pasto caldo e completo, fare le cose di tutti i giorni… tutte cose che consentono loro, almeno per alcuni momenti della giornata, di sentirsi accolti e di provare un po’ di normalità.

Sono tante le persone ogni giorno si rivolgono a Osf per cercare aiuto e conforto e sono anche in crescita. A guardare i dati (aggiornati a metà dicembre) gli utenti che si sono rivolti a Osf sono stati 26.080, numero che fa segnare un +4% rispetto allo scorso anno. Senzatetto, disoccupati, anziani pensionati, immigrati, rifugiati e sono soprattutto italiani. L’Italia è la più rappresentata, oltre 3mila persone (11,7% del totale) tra le 135 nazioni di provenienza degli utenti. A seguire ci sono le persone provenienti da Perù (9,1%), Marocco (8%) e dalla Romania (7,3%). La stragrande maggioranza (74,7%) sono uomini, in crescita i minori che rappresentano il 5,5% del totale.

«Saremo anche usciti dalla crisi, ma io la povera gente la vedo ancora, magari hanno ripreso a pagare gli stipendi, ma ci sono tanti italiani che non ce la fanno a pagare il ticket e vengono al nostro Poliambulatorio», continua padre Marcello. «Forse i ricchi sono usciti dalla crisi, sono stati gli ultimi a risentirne e i primi a uscirne, mentre gli altri ci sono entrati per primi e non ne sono ancora usciti».

Nascono anche da qui i numeri in crescita di Osf. La mensa di corso Concordia è il servizio più conosciuto e anche quello più frequentato, con 17.616 utenti che almeno una volta ne hanno usufruito. Con le persone che si rivolgono ad Osf in aumento, l’apertura della nuova mensa di piazzale Velasquez risponde anche a questo bisogno e conta già, a partire dalla data della sua inaugurazione nell’ottobre 2017, 984 utenti. A differenza di quella di corso Concordia, aperta a pranzo e a cena, offre per ora solo il pranzo. È di dimensioni più piccole e vuole essere vicino a famiglie e fasce deboli della popolazione che abitano in zona, un quartiere periferico della città che vede già da qualche anno la presenza di Opera San Francesco attraverso il Poliambulatorio di via Antonella da Messina. Nel mese di novembre, con la Mensa ormai avviata, il numero di pasti serviti è stato di 4.475.

L’obiettivo di Osf è quello di ricostruire la dignità di ogni uomo perché dietro a questi numeri ci sono persone, uomini e donne come Piero, un uomo solo che vive per strada e che ha bisogno di lavare via le notti alla stazione; o come Franco che ha molta fame e non mangia da giorni, o ancora come Maria che invece non riesce ad arrivare a fine mese con la sua pensione.