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La politica internazionale del Vaticano? Rivoluzionaria come Francesco

Antonio Spadaro, direttore della Civiltà Cattolica, ne “Il nuovo mondo di Francesco”, in uscita il 25 gennaio 2018 per Marsilio, prova a delineare la visione non allineata ad alcuna delle grandi potenze di cui è portatore Papa Bergoglio

di Redazione

«Marxista» o «populista», «profetico» o «rivoluzionario»: sono tante le definizioni che sono state date dell’operato di papa Bergoglio. Qualunque giudizio si esprima, è innegabile che la sua figura sia ormai quella di un leader in grado di esercitare un’enorme influenza sulla politica internazionale.

Nell’intricato schema della geopolitica globale, i suoi decisi – e spesso poco convenzionali – interventi hanno cambiato il tono del dibattito, generando entusiasmo e stupore, oltre a numerose critiche. E non potrebbe essere altrimenti. La diplomazia di Francesco sa essere «profetica». Crede nel multilateralismo e non accetta atteggiamenti rigidi.

Non è la cautela la sua cifra, ma l’efficacia, che a volte richiede una rispettosa ma grande schiettezza. Ed è la risposta a un’alternativa fondamentale: accettare un mondo che erige frontiere e fa della guerra l’unico arbitro della politica mondiale, oppure combattere i presagi di una nuova apocalisse costruendo ponti e forme alternative di azione, ispirate da criteri di accoglienza, inclusione, misericordia.

Antonio Spadaro, direttore della «Civiltà Cattolica», accanto ad autorevoli commentatori delle vicende politiche vaticane e non, ricostruisce le strategie attraverso cui Francesco e la sua «Chiesa in uscita» stanno mutando radicalmente il confronto sugli equilibri mondiali. In un viaggio attraverso il Mediterraneo e l’Europa, gli Stati Uniti, la Cina, la Russia, il vicino Oriente e l’Africa, si raccontano le sfide di un cambiamento e di una discontinuità reale, e si delinea la rivoluzione di un Papa che contrappone una civiltà dell’incontro all’inciviltà dello scontro, inaugurando una nuova stagione di politica e diplomazia.


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