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Contro la pedofilia bisogna rompere il silenzio, andando oltre la vergogna

In occasione della Giornata Nazionale contro la Pedofilia e Pedopornografia SOS Il Telefono Azzurro Onlus ha presentato i dati e un protocollo per proteggere i minori, lanciando anche una call to action rivolta a tutta la società

di Marco Dotti

Nel 2017, ogni 72 ore circa si è verificato un caso di abuso sessuale su minore, in 4 casi su 10 la vittima ha meno di 10 anni, con una prevalenza di bambine (71,7%). Il 70,4% degli abusi si verifica offline, la maggior parte rientra nella categoria dei toccamenti (21,7%), seguito da penetrazione vaginale (8,6%) e dalla costrizione ad assistere ad atti sessuali (4,4%).

Questo è il drammatico quadro è emerso oggi nel corso del convegno “Abuso sessuale e pedofilia: conoscere il fenomeno per rompere il silenzio”, organizzato da SOS Il Telefono Azzurro Onlusin occasione della Giornata Nazionale contro la Pedofilia e Pedopornografia.

I dati del 2017 relativi alla linea 114 Emergenza Infanzia dell’Associazione, mostrano un quadro sostanzialmente stabile rispetto al 2016 e al 2015, ma si tratta di un fenomeno fortemente sottostimato, del quale è difficile fornire una fotografia strettamente realistica. Basta pensare che 1 vittima su 3 resta in silenzio per paura, per vergogna o senso di colpa e molti denunciano troppo tempo dopo, anche a venti o trent’anni dall’accaduto.

A volte l’abuso si verifica all’interno di contesti come quello scolastico, sportivo o religioso, o, addirittura presso ONG e associazioni. Questo rende l’episodio ancora più doloroso e difficile da denunciare, perché avvenuto per mano di qualcuno che dovrebbe essere una figura di riferimento. Una spirale di silenzio che l’Associazione è determinata a spezzare, lanciando una vera e propria call to action rivolta a tutta la società, promuovendo attività multidisciplinare e multilivello, a partire dalla garanzia di standard minimi di formazione per chi opera nel settore dell’educazione, dell’infanzia e dell’adolescenza. SOS Il Telefono Azzurro ha, inoltre, approvato un rigido protocolloche vincola chiunque sia all’interno dell’Associazione – dagli operatori ad ogni livello, fino ai volontari – a rispettare una policy di comportamento volta a tutelare e salvaguardare i minori da ogni forma di abuso ed offrire servizi quanto più efficaci ed efficienti possibile.

Tra le attività della call to action, anche il coinvolgimento di influencers del web, invitati a diffondere sui loro canali social video virali per la campagna #stopagliabusi. È infatti, proprio dalla Rete che sembra arrivare una minaccia crescente in tema di abuso e pedopornografia. Chat, siti web e social network offrono ai predatori la possibilità di celarsi dietro l’anonimato o una falsa identità, a danno di bambini e adolescenti, dando origine a nuove forme di abuso: sexting, invio di contenuti sessualmente espliciti attraverso e-mail o chat; sextortion, diffuso soprattutto tra gli adolescenti, consiste nel forzare qualcuno ad inviare video o immagini sessualmente espliciti; grooming, o adescamento online tramite chat, app e siti web; e live distant child abuse, cioè la condivisione in live-streaming di video pedopornografici.

Questi fenomeni rappresentano il 24,5% degli abusi online e hanno fatto registrare una crescita di circa un punto percentuale in soli 12 mesi. Nell’ultimo anno, inoltre, sono pervenute alla linea di ascolto 114 Emergenza Infanzia 1.250 segnalazioni di contenuti pedopornografici presenti su internet e sui media, e 23 situazioni di incitamento alla pedofilia.

In Europa, quasi 18 milioni di bambini sono risultati essere vittime di abuso sessuale (WHO, 2013). Online ogni 7 minuti una pagina web mostra immagini di bambini abusati sessualmente. Nel 2017 sono stati individuati 78.589 URLs contenenti immagini di abuso sessuale su minori. Oltre la metà delle vittime, il 55%, ha meno di 10 anni. Nel 40% dei casi l’abusante è conosciuto online

Cos’è l’abuso sessuale e come riconoscerlo. L’abuso sessuale a danno di minorenni è definito dal codice penale italiano all’art.609-quater “atti sessuali con minorenne” e comprende sia i rapporti sessuali veri e propri, sia forme di contatto erotico, sia atti che non prevedono un contatto diretto tra vittima e abusante (es. esposizione intenzionale di un bambino alla vista di un atto o di immagini a contenuto sessuale). Nella maggior parte dei casi, non sono individuabili indicatori comportamentali specifici che informino in maniera inequivocabile e causalmente correlata che un bambino sia stato vittima di abuso sessuale. Affidarsi ai soli indicatori comportamentali può essere quindi estremamente rischioso e fuorviante. Nella maggior parte dei casi, sono presenti segnali comportamentali aspecifici (es. improvvisi scoppi d’ira, disturbi del sonno) che indicano che il bambino sta vivendo una situazione di disagio, ma non è possibile definire una precisa sintomatologia manifestata da tutti i bambini vittime di abuso.

Le dimensione del fenomeno a livello europeo. Quando si parla di pedofilia e abuso sessuale, si intendono fenomeni complessi, diffusi in tutte le culture e in tutte le società, che richiedono un approccio multi-disciplinare sia a livello preventivo, sia nell’intervento. Si tratta di fenomeni dal notevole impatto anche sul sistema di cura: è stato stimato che l’abuso sessuale sui minori contribuisce all’insorgenza disturbi psicopatologici: nel 23% dei casi le vittime di abuso necessiteranno di servizi di salute mentale e psichiatrici, anche nell’età adulta (CUTAJAR et al, 2010).

In Europa, quasi 18 milioni di bambini sono risultati essere vittime di abuso sessuale (WHO, 2013). Online ogni 7 minuti una pagina web mostra immagini di bambini abusati sessualmente. Nel 2017 sono stati individuati 78.589 URLs contenenti immagini di abuso sessuale su minori. Oltre la metà delle vittime, il 55%, ha meno di 10 anni. Nel 40% dei casi l’abusante è conosciuto online (IWF, 2017). Si tratta quindi di un fenomeno drammaticamente diffuso, verosimilmente sottostimato e trasversale agli ambiti; anche l’ambiente sportivo, ad esempio, è un contesto in cui possono perpetrarsi episodi di questo tipo. In una ricerca inglese, il 29% dei soggetti intervistati riferiva di aver subito molestie sessuali, sia di tipo fisico che verbale (NSPCC, 2011).

Il servizio 114 Emergenza Infanzia. Il 114 Emergenza Infanzia è un Servizio multicanale di emergenza, promosso dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e gestito, senza soluzione di continuità da SOS Il Telefono Azzurro Onlus dal 2003, anno della sua istituzione. Il Servizio è accessibile da parte di chi voglia segnalare situazioni di emergenza, rischio e/o pregiudizio riguardanti l’infanzia e l’adolescenza.

Il Servizio 114 Emergenza Infanzia è gratuito, multilingue, attivo 24 ore su 24, 365 gg all’anno, ed è rivolto sia a bambini e adolescenti fino ai 18 anni, sia agli adulti e agli operatori dei servizi. Il servizio è accessibile sia attraverso il numero 114, sia attraverso la chat presente sul sito www.114.it.

Il servizio offre assistenza psicologica e consulenza psico-pedagogica, legale e sociologica in situazioni di disagio che possono nuocere allo sviluppo psico-fisico di bambini e adolescenti e può comportare l’attivazione di una rete dei servizi del territorio utili a sostenere le vittime delle emergenze.

Il modello di intervento del 114 prevede il coinvolgimento di diversi servizi e istituzioni locali (per es. Forze dell’Ordine, Servizi Sociali e di Salute Mentale, Procure e Tribunali), con l’obiettivo di fornire al minore non solo una risoluzione immediata dell’emergenza (intervento a breve termine), ma anche di facilitare la costruzione di un progetto a medio-lungo termine, che permetta di seguire nel tempo il bambino, e il suo nucleo familiare, sostenendolo e garantendo la presa in carico effettiva del caso.