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Wikipedia vs. Parlamento Europeo: tanto rumore per nulla?

In Spagna e Italia il sito della nota enciclopedia resterà oscurato fino a giovedì, in segno di protesta contro la direttiva EU sul copyright che verrà votata domani. Il relatore della direttiva, il tedesco Voss, parla di "grave tentativo di influenzare la legislatura" da parte di piattaforme che vampirizzano contenuti altrui

di Marco Dotti

Wikipedia Italia ha oscurato i propri servizi per protestare cono la direttiva sul copyright che domani 5 luglio verrà votata dal Parlamento Europeo in seduta plenaria.
La direttiva sul "diritto d'autore nel mercato unico digitale", si legge proprio su Wikipedia, se approvata metterà a "rischio i valori, la cultura e l'ecosistema che Wikipedia difende". Altrove si parla addirittura di libertà a rischio e si lancia un appello a ricercatori, cittadini, utenti a telefonare direttamente agli europarlamentari (qui). Parole forti.

Dal Parlamento Europeo non ci stanno e fanno sapere che Wikipedia e le enciclopedie online saranno "automaticamente escluse" dalle nuove regole. Allora, tanto rumore per nulla?
Ascoltiamo la posizione di Wikipedia. "Wikipedia non si è mobilitata solo per salvare sé stessa, ma per difendere la Rete libera" – osserva Maurizio Codogno, a nome di Wikipedia. Questo perché se promulgata, la direttiva -leggiamo ancora su Wikipedia – limiterà significativamente la libertà di Internet". Anziché aggiornare le leggi sul diritto d'autore in Europa" per promuovere la partecipazione di tutti alla società dell'informazione, [la direttiva] minaccia la libertà online e crea ostacoli all'accesso alla Rete imponendo nuove barriere, filtri e restrizioni. Se la proposta fosse approvata, potrebbe essere impossibile condividere un articolo di giornale sui social network o trovarlo su un motore di ricerca. Wikipedia stessa rischierebbe di chiudere".

Il punto critico della direttiva è contenuto nell'articolo 11 che introduce una "tassa sui link". Stando a questo articolo, chi "linka" una notizia potrà vedersi recapitare una richiesta di pagamento. Ma, secondo i meno critici, questo riguarderà soprattutto gli aggregatori di notizie e le piattaforme che ripostano, senza autorizzazione, contenuti altrui. Tornando alle critiche, l'articolo 13 attribuisce pesanti responsabilità alle piattaforme che ospitano i contenuti che violerebbero il diritto d'autore.

La risposta del Parlamento EU arriva dal relatore della direttiva, Axel Voss. Ed è ancora più dura. Si tratta "una campagna di fake news organizzata dalle grandi piattaforme", spiega il democristiano tedesco, del gruppo dei popolari. Per Voss il provvedimento è diretto contro chi "pubblica contenuti protetti da copyright facendo soldi con i clic senza dare il minimo contributo". Il problema, lascia intendere Voss, è tutto qua: esistono enormi giri d'affari legati a piattaforme apparentemente open, che vampirizzano contenuti (e lavoro) altrui. Poi Voss lancia l'allarme: "influenzare la legislatura attraverso fake news è una questione grave".

Chi dice il vero? Wikipedia o l'Europarlamento? La verità, per una volta, non sembra risiedere nel mezzo.


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