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John Grisham: gli Usa tra debito e falso merito, il ritratto di un impero in crisi

C’è del marcio, nelle scuole americane. In particolare, nelle scuole di legge e nelle università. John Grisham, stimolato da un’inchiesta del “New Yorker”, mette occhi e penna nel grande ginepraio dei diplomifici americani. E trova di tutto

di Marco Dotti

C’è del marcio, nelle scuole americane. In particolare, nelle scuole di legge e nelle università. John Grisham (La grande truffa, Mondadori, Milano 2018, euro 22, pagine 312, stimolato da un’inchiesta del “New Yorker”, mette occhi e penna nel grande ginepraio dei diplomifici americani. E ci trova di tutto.

Andiamo con ordine: la law schoolè una scuola di specializzazione universitaria. Dura tre anni e si frequenta dopo i quattro anni di college. Finita la law school è possibile sostenere un esame per diventare avvocato. Così fanno – o vorrebbero fare –Mark, Todd e Zola, i protagonisti del romanzo. Allettati dall’offerta di scuole di ottimo livello anche per chi non abbia riportato voti altissimi o non abbia superato i testi di ammissione per le università più prestigiose, sedotti da un futuro che ritengono di lauti stipendi e onorabilità sociale, come migliaia di altri studenti americani Mark, Todd e Zola si indebitano fino al collo per studiare.

Funziona così, nel regno del “merito”. Funziona che, da un giorno all’altro, degli studenti di provincia si ritrovino con centinaia di migliaia di dollari da dover restituire alle finanziarie che lavorano per le università e per gli studi giuridici che, nel frattempo, li sottopagano gli stagisti. Qualora non onorassero il debito, la loro carriera sarebbe finita ma il debito – e qui sta la “grande truffa” – verrebbe garantito dallo Stato.

Un meccanismo perfetto, dove i più pagano per vergogna e, se non possono pagare, finiscono sotto un ponte o con una corda al collo. È la meritocrazia. Vista da dentro, da un grande scrittore.


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