I professionisti della raccolta fondi sono chiamati all’aggiornamento della prima indagine conoscitiva svolta nel 2013 sempre proposta da Valerio Melandri direttore scientifico del Philanthropy Centro Studi (Università di Bologna), in collaborazione con ASSIF – Associazione Italiana Fundraiser. I risultati saranno presentati durante il Festival del Fundraising 2019
Contarsi per contare. Questo è lo spirito della 2°edizione del Censimento nazionale dei Fundraiser– ovvero chi si occupa di raccogliere fondi per supportare i progetti delle organizzazioni nonprofit -, che ha preso il via ufficialmente lo scorso maggio in occasione del Festival del Fundraising.
Valerio Melandri
Il Censimento, realizzato da Valerio Melandri, Philanthropy Centro Studi (Università di Bologna), in collaborazione con ASSIF– Associazione Italiana Fundraiser, ha l’obiettivo di aggiornare idati socio-demografici, professionali e retributividel settore raccolti con il primo censimento del 2013.
Quanti sono i fundraiser retribuiti? Quale ruolo occupano nell’organigramma degli enti? Qual è il loro livello di esperienza e il loro inquadramento contrattuale? Queste alcune delle domande più importanti del Censimento a cui si affiancano quesiti inediti volti ad analizzare l’aspetto più psicologico e personale. Un’indagine a tutto campo che permette una migliore comprensione delle logiche e dell’evoluzione della professione.
Le prime evidenze sono già saltate agli occhi dei ricercatori: se nel 2013, i fundraiser “auto-dichiarati” su LinkedIn erano poco meno di 5.000, oggi sono oltre 19.000. Un vero e proprio boom- tutto da verificare - che renderà ancora più interessanti i risultati della ricerca. Intanto anche l’Istat conferma l’evoluzione del tessuto delle organizzazioni nonprofit: si passa da 301mila realtà nel 2011 a 336mila nell’ultimo rilevamento (dicembre 2015) con un aumento del 32% delle organizzazioni che decidono di assumere dipendenti.
«Il consolidamento della professione del fundraiserè uno dei riscontri più significativi che ci aspettiamo», afferma Valerio Melandri, direttore scientifico del Centro Studi Philanthropy, «e l’indagine ha soprattutto lo scopo di aiutare i fundraiser ariconoscersi a pieno titolo nella propria professione. È un censimento, non un campionamento, non un semplice questionario, quindi è davvero importante che tutti i fundraiser partecipino».
Ad un paio di mesi dall’inizio della ricerca sono già oltre mille i questionari raccolti e il lavoro dei ricercatori non si ferma. Ma l’appello per la compilazione del Censimento è rivolto a tutti i professionisti che operano nelle organizzazioni e che si occupano di raccolta fondi: «Partecipare», conclude Melandri, «significa apportare un contributo determinante al riconoscimento e alla valorizzazione del settore. È importante e urgente.»