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Politica

Il reddito di cittadinanza? Solo agli italiani

12 Settembre Set 2018 2349 12 settembre 2018
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La Camera ha approvato una mozione 5 Stelle-Lega per l'istituzione del reddito di cittadinanza che preveda condizioni di accesso al beneficio e sistemi di monitoraggio «tese a garantire l’erogazione soltanto ai cittadini italiani che ne hanno davvero diritto»

Sette mozioni concernenti iniziative «volte ad implementare il reddito di inclusione» sono state esaminate e votate ieri dalla Camera dei Deputati. Quella approvata è la numero 1-00018, che porta come prime firme quelle di Francesco D’Uva (M5S) e Riccardo Molinari (Lega).

Cosa dice la mozione? Otto sono i punti su cui impegna il Governo. Eccoli in sintesi:

  1. ad assumere iniziative per istituire il reddito di cittadinanza, quale misura per il contrasto alla povertà, alla diseguaglianza e all’esclusione sociale;
  2. a valutare se fissare un ammontare, parametrato alla soglia di rischio di povertà, calcolata sia per il reddito che per il patrimonio, alla base della scala Ocse per nuclei familiari italiani più numerosi;
  3. ad adoperarsi per consentire il reinserimento del fruitore del reddito di cittadinanza nell’ambito del lavoro, attraverso l’adesione a offerte di lavoro provenienti dai centri dell’impiego, pena la decadenza dal beneficio in caso di rifiuto allo svolgimento dell’attività lavorativa richiesta;
  4. a valutare, da un lato, la tipologia di professionalità del lavoratore in questione, dall’altro lato la sinergia con la strategia di sviluppo economico;
  5. ad assumere iniziative per prevedere delle condizioni di accesso al beneficio e dei sistemi di monitoraggio, per i fruitori della misura, tese a garantire l’erogazione del reddito di cittadinanza soltanto ai cittadini italiani che ne hanno davvero diritto;
  6. a investire nella riorganizzazione e nel potenziamento dei centri per l’impiego, anche attraverso l’adeguamento dei livelli formativi del personale ivi operante, al fine di garantire il possesso delle competenze e delle esperienze necessarie per l’efficacia dell’azione di ricollocamento nel mercato del lavoro;
  7. a livello europeo, ad adottare iniziative per potenziare, estendere e rendere più efficace ed efficiente la gestione dei fondi che incidono sulle politiche di welfare;
  8. a valutare l’opportunità di assumere iniziative per assegnare una pensione di cittadinanza ai cittadini italiani che vivono sotto la soglia minima di povertà, attraverso l’integrazione dell’assegno pensionistico, inferiore a 780 euro mensili, secondo i medesimi parametri previsti per il reddito di cittadinanza.

La mozione afferma che «dal punto di vista teorico la scelta tra selettività e universalismo riflette una diversa concezione circa il ruolo dello Stato. Nel caso del cosiddetto Rei, il modello di riferimento è quello di uno stato sociale con compiti residuali, in cui la fornitura delle prestazioni non può che essere subordinata alla prova dei mezzi e il livello dei benefici deve essere appena sufficiente a garantire un livello minimo di risorse; i presentatori del presente atto di indirizzo ritengono invece, che uno stato sociale debba avere compiti redistributivi, erogando, in moneta o in natura, prestazioni sociali volte a garantire alla generalità dei propri cittadini un tenore di vita adeguato, comunque commisurato anche a uno standard di povertà relativa».

Quindi per i Cinque stelle il ReI è selettivo (lo è, nel senso che per averlo occorre essere poveri e certamente viste le poche risorse disponibili la soglia di povertà prevista è molto severa, ma dal 1° luglio è in realtà universale nel senso che sono venuti meno tutti gli altri requisiti fatta eccezione per il reddito) e «avvantaggia[re] esclusivamente coloro che si collocano nelle posizioni reddituali inferiori della distribuzione», mentre viceversa, il reddito di cittadinanza sarebbe redistributivo e universale e in quanto tale «comporta benefici anche per le classi medie». Tuttavia poche righe sotto si afferma che anche il reddito di cittadinanza sarà selettivo, poiché sono previsti «strumenti di controllo all’accesso al beneficio economico» e soprattutto che «sarà possibile erogare il reddito di cittadinanza soltanto a quelle persone con cittadinanza italiana che ne hanno davvero diritto in una piena logica di efficientamento delle risorse pubbliche e di giustizia sociale».

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