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Cooperazione & Relazioni internazionali

#UNITED4MED, la flotta umanitaria per difendere «la vita e la dignità»

Open Arms, Sea-Watch e Mediterranea si uniscono per sfidare le politiche migratorie dei governi europei con un'alleanza supportata da una rete di città e piattaforme della società civile

di Redazione

Oscar Camps, fondatore di Open Arms, Giorgia Linardi, rappresentante di Sea-Watch e Erasmo Palazzotto, rappresentante di Mediterranea, hanno presentato questa mattina un’alleanza tra le tre organizzazioni che si concretizzerà in una flotta umanitaria per “difendere i più basilari diritti delle persone: la vita e la dignità”

In una conferenza stampa congiunta organizzata presso il Museu Marìtim di Barcellona, questa mattina i rappresentanti delle tre organizzazioni hanno letto un manifesto congiunto nel quale fanno un appello alle “città europee, ai sindaci e alla sindache, ai cittadini e alla cittadine, alla società civile, ai movimenti, alle organizzazioni e a tutti quelli che condividono la nostra missione, affinché si uniscano a noi”. Concludendo che “insieme possiamo dimostrare che un altro mondo è possibile”.

«Iniziamo noi ma il nostro è un appello e una chiamata affinché i movimenti e le organizzazioni si uniscano», ha spiegato Camps, che ha anche ricordato «non siamo soli, abbiamo l’appoggio di molte città come Barcellona, Valencia, Madrid o Saragozza; Napoli, Palermo, Bologna e Milano».

Palazzotto, che ha definito Mediterranea una “ANG”, “Azione non Governativa”, distinguendola dalle “ONG”, “Organizzazioni non Governative”, ha anche sottolineato «ci siamo uniti per fare fronte comune contro la barbarie che sta distruggendo la nostra idea di Europa».

In questo momento, le imbarcazioni Sea-Watch 3 di Sea-Watch, Open Arms e Mare Jonio, di Mediterrnaea, si stanno incontrando in acque internazionali, a sud di Lampedusa dove inizieranno a rendere effettiva questa alleanza. Non è un caso che il progetto #UNITED4MED sia stato presentato quando le tre imbarcazioni erano fuori dalle acque territoriali. «Siamo consapevoli che se vogliono fermarci, lo faranno», ha dichiarato Linardi, così come hanno fatto con Aquarius bloccata a Marsiglia o con Aita Mari, un vecchio peschereccio basco che si trova a Bilbao in attesa di una autorizzazione amministrativa che gli permetta di uscire dal porto.

Camps ha specificato che il modus operandi che verrà seguito a partire da questo momento in zona Sar «sarà quello di rispettare le convenzioni SAR e il diritto marittimo internazionale scrupolosamente, come si è fatto fino ad oggi. Quando effettueremo un salvataggio, ci metteremo a disposizione delle autorità come abbiamo sempre fatto e vedremo cosa succederà», conclude.


Per leggere il manifesto clicca qui


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