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Due premi Oscar trasformeranno la vita di Willy Monteiro in un corto

«Creeremo un personaggio di fantasia, un alieno, che di fatto è Willy, e percorreremo insieme il viaggio nella sua testa verso la scelta del bene», racconta la premio Oscar Sarah Arduini in questa intervista esclusiva

di Sabina Pignataro

La vita di Willy Monteiro Duarte, il ragazzo di 21 anni ucciso brutalmente lo scorso settembre a Colleferro (Roma) durante un pestaggio, diventerà un cortometraggio d’animazione. A dirigere il progetto firmato dalla Side Academy di Verona e dai suoi 25 studenti, ci saranno Sarah Arduini e Kevin Mannens. La prima è una leggenda per gli appassionati di animazione, vincitrice dell’Oscar con “Il Libro della Giungla” e candidata per “Il Re Leone”; il secondo è candidato all’Oscar con “Alice nel Paese delle meraviglie”.

«Creeremo un personaggio di fantasia, un alieno, che di fatto è Willy, e percorreremo insieme il viaggio nella sua testa verso la scelta del bene», racconta Arduini in questa intervista esclusiva. «Durante il racconto per immagini l’alieno incontrerà un gruppo di bulli, che lo vesseranno solo perché è diverso da loro, esattamente come è successo a Willy». Poi la trama si svilupperà con un finale a sorpresa, nel quale la prevaricazione e la violenza che i bulli mettono in atto assumeranno altri significati.

«Il nostro desiderio infatti – prosegue Arduini – è far capire che la strada del bene è l'unica strada da intraprendere: il rispetto e l'amore per il prossimo sono le scelte da inseguire. Non portano del bene solo al mondo ma anche a noi stessi, rendendoci persone migliori». «Per questo motivo nel corto non ci saranno scene di violenza cruda», chiarisce Stefano Siganakis, il fondatore di Side Academy.

Il team di animazione dell’accademia ha già iniziato i lavori con l’obiettivo di terminare il progetto prima di agosto, per presentare l’opera a manifestazioni importanti, come il Festival del Cinema di Venezia o lo Student Academy Award (ossia il premio Oscar per gli studenti).

«Compatibilmente con l’evoluzione della pandemia è nostra intenzione poi portare il cortometraggio nelle scuole», racconta Siganakis. «Siamo stati contattati anche dal Garante per la protezione dei dati personali che ci ha offerto il patrocinio, unitamente a quello della Polizia di Stato. Vorremmo sviluppare un progetto congiunto per poter parlare ai ragazzi di bullismo e violenza a partire da un linguaggio che è loro conosciuto e famigliare».

Side Academy è una realtà composta da giovani che provengono da ogni parte del mondo: dall’India, dalla Cina, dall’Africa, oltre che da diversi Paesi europei. «Tra i nostri alunni ci sono anche ragazze e ragazzi omosessuali, che hanno subito vessazioni di vario genere, e traumi significativi che rimangono impressi nella mente per sempre», racconta il titolare della scuola. Anche Siganakis, da piccolo, veniva "deriso" dai compagni di scuola per le sue origini greche. «Quando Willy è morto, la notizia ha scosso i ragazzi, che ne hanno parlato a lungo. Da tempo si ragionava su un cortometraggio che avesse dei valori da evidenziare ed è quindi sembrato naturale partire da un tema collegato al bullismo, esperienza vissuta da quasi tutti i nostri alunni», conclude Siganakis.


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