Attivismo civico & Terzo settore

Dadone: sì a obbligo servizio civile universale in estate

L'alternanza scuola/servizio civile aperta ai ragazzi tra i 16 e i 17 anni e il voto ai sedicenni a partire dalle elezioni amministrative sono stati i temi al centro dell’incontro promosso da Vita e Avvenire. Hanno partecipato il presidente di Terzjus Luigi Bobba, il segretario del Pd Enrico Letta, la ministra Fabiana Dadone, il sindaco di Firenze Dario Nardella, l’onorevole Maria Teresa Bellucci e il demografo Alessandro Rosina

di Antonietta Nembri

Intenso e ricco il confronto che, organizzato da Vita e Avvenire, nel pomeriggio di venerdì 16 aprile ha posto al centro del dibattito due proposte che il presidente di Terzjus, Luigi Bobba, ha posto su piatto della politica: il voto ai sedicenni e l’alternanza scuola/servizio civile a partire dalla stessa età (ne avevamo parlato qui ). Nella stanza virtuale con il fondatore di Vita Riccardo Bonacina e il direttore di Avvenire Marco Traquinio, il primo a prendere la parola è stato il segretario del Pd Enrico Letta, autore al momento del suo insediamento al Nazzareno della proposta di voto ai sedicenni «che è stata giudicata intempestiva», ha ricordato. Letta ha invece rivendicato la necessità di uno sguardo lungo «dobbiamo guardare all’inverno demografico e questa è la vera criticità perché stiamo costruendo le condizioni per un declino demografico accelerato», ha ragionato il segretario Pd osservando come «siano sempre meno quelli che votano avendo una prospettiva di 60, 70 anni e sempre di più quelli che hanno una prospettiva di 10, 20, 30 anni». Letta – che ha dovuto lasciare il dibattito per un incontro con il premier Draghi – si è augurato che nei prossimi due anni si trovino i margini per poter intervenire e aprire una prospettiva nuova ai giovani italiani.


«Degiovanimento», una parola nuova è stato il punto di partenza dell’analisi del demografo Alessandro Rosina «parliamo sempre di invecchiamento, ma la riduzione delle giovani generazioni è il vero tema cruciale». Il demografo che riprendendo i dati sulla percentuale dei Neet italiani, un vero record europeo (23% con dieci punti in più della media continentale) evocati da Bonacina a inizio incontro ha sottolineato due caratteristiche italiane: l’iper protezione dei giovani e la carenza di investimenti pubblici verso le nuove generazioni. «Un paradosso che aumenta la dipendenza dalla famiglia e le disuguaglianze, mentre il non investire da parte del pubblico lancia un messaggio di non attribuzione di valore ai giovani. Il nostro è un Paese che non scommette sui giovani, mentre c’è un grande bisogno di sguardi nuovi», ha aggiunto Rosina. I giovani hanno bisogno di fiducia, mentre una delle ultime ricerche il Rapporto giovani dell’Istituto Toniolo racconta di giovani generazioni che sono interessate alla politica con un 95% che vive una forte tensione al bene comune. Anche se i dati variano a seconda della formazione «per questo è importante rafforzare la consapevolezza nei giovani. Ed entrambe le proposte» ha concluso «funzionano perché favoriscono un maggior impegno della società nel mettersi in sintonia con i giovani e la loro voglia di partecipare».


Il sindaco di Firenze, Dario Nardella che nel 2013 da deputato aveva con Bobba prsentato una proposta di legge per il voto dei sedicenni alle elezioni comunali ha sottolineato come il tema sia sentito e che nel suo comune si stia lavorando da una parte a modificare lo statuto per permettere ai sedicenni di partecipare ai referendum comunali «occorre governare pensando al domani e al dopodomani», ha osservato annunciando anche un lavoro sulla consulta dei giovani anche se ha ammesso che si tratti di strumenti limitati. Un aspetto importante per Nardella la necessità di formazione e la proposta sull’alternanza scuola/ servizio civile «è estremamente importante». Nardella ha chiuso il suo intervento con un auspicio: che nella modifica in atto sul testo unico degli Enti locali «venga recepita la nostra proposta di voto ai sedicenni per le elezioni amministrative, così da sperimentarlo nel prossimo autunno in occasione del voto in importanti città: sarebbe un gesto di fiducia per il Paese».

Maria Teresa Bellucci, deputata di Fratelli d’Italia, si è detta d’accordo sulla proposta relativa al servizio civile ha espresso perplessità sul voto ai sedicenni ricordando come vada messo mano anche all’elettorato passivo di Camera e Senato, dove non si può essere eletti prima dei 25 anni a Montecitorio e 45 anni a Palazzo Madama. Per la deputata un segnale da dare nei confronti delle nuove generazioni dovrebbe essere quello di destinare le giuste risorse all’occupazione giovanile nel Pnrr «i 16 miliardi stanziati non sono sufficienti». Nel suo intervento ha dedicato anche alcuni passaggi all’inadeguatezza della spesa per la neuropsichiatria infantile «residuale in una percentuale di spesa che è già molto bassa».

«Sono proposte condivisibili», ha dichiarato la ministra per le politiche giovanili Fabiana Dadone (nella foto), che in particolare sul voto ai sedicenni ha ricordato che era una delle proposte dei Cinquestelle «Le politiche giovanili sono un tema nevralgico» ha ribadito ricordando l’intergruppo al lavoro su queste tematiche. Sulla possibilità di far partecipare più giovani al servizio civile ha osservato la necessità di garantire la partecipazione dei soggetti più fragili al Scu «magari anche per periodi più brevi e per potersi formare: i ragazzi ci credono». La ministra ha inoltre sottolineato che: «Il servizio civile universale è un'esperienza splendida, ha il limite però di arrivare soprattuto alle fasce medio-alte per cui sarebbe positivo renderlo obbligatorio nel periodo estivo per cogliere tutte le fasce, stanziando più risorse, come è avvenuto, ma la domanda è ancora molto superiore all'offerta», ha osservato ricordando la sottolineatura del direttore di Vita Stefano Arduini sui 75mila giovani che non potranno partecipare al Scu che ha posto solo per 50mila ragazzi. «Bisogna provare a indirizzarlo meglio nei criteri di assegnazione guardando anche alla fragilità delle aree delle città, indirizzandolo ai Neet, ovvero gli inattivi, che hanno meno opportunità»


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