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Prove Invalsi, Save the Children: «Urgente intervenire sui gravi divari territoriali e sociali»

L’organizzazione chiede un impegno immediato per la definizione, nei territori più svantaggiati, di “aree ad alta densità educativa”, dove in via prioritaria destinare fondi del PNRR e altre risorse per potenziare l’offerta scolastica ed educativa, sin dalla prima infanzia, assicurando a tutti gli studenti un contesto educativo di qualità

di Redazione

«I dati Invalsi, resi noti oggi, evidenziano il fatto che in Italia bambine, bambini e adolescenti che partono in condizioni di svantaggio subiscono in modo netto le differenze di opportunità educative nei territori dove vivono, con un impatto sui risultati scolastici. La frenata degli effetti negativi della pandemia sull’apprendimento è una notizia incoraggiante che può essere un nuovo punto di partenza per la scuola. Il Rapporto Invalsi , tuttavia, sottolinea, anche quest’anno, la correlazione tra il livello socio economico e culturale del contesto familiare degli studenti e gli esiti scolastici, e la presenza di gravi disuguaglianze territoriali. Inoltre, se è noto che le disuguaglianze tendono ad aumentare al crescere dei gradi scolastici, va preso in seria considerazione l’invito formulato dal Presidente di Invalsi oggi a non sottovalutare i “campanelli di allarme” già presenti nelle scuole primarie che pure, nel loro complesso, presentano i risultati migliori», ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Itala-Europa di Save the Children, commentando i dati Invalsi diffusi oggi.

«Proprio a partire dai servizi educativi per la prima infanzia è urgente definire piani territoriali di potenziamento dell’offerta educativa dando vita a vere e proprie “aree ad alta densità educativa”, con l’obiettivo di ridurre le disuguaglianze, concentrando gli sforzi e gli investimenti – a partire dal PNRR – sui territori più deprivati. È un intervento indispensabile per assicurare a tutti i bambini, le bambine e gli adolescenti la possibilità di far fiorire i propri talenti e costruire liberamente il proprio futuro», ha concluso Raffaela Milano.


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