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Il Cenacolo, opera viva

Il capolavoro di Leonardo rivisitato attraverso gli sguardi e le voci di un gruppo di ragazzi di un quartiere periferico di Milano. L’originale progetto della fondazione Connecting Cultures si è concluso con una video performance, che ora verrà proposto nel percorso Museo alle migliaia di turisti che lo visitano

di Giuseppe Frangi

Il Cenacolo sta a Milano, ma come accade spesso a opere dalla portata così globale, e come se non stesse a Milano. È diventato un capolavoro “lontano”, oggetto di attrazione per i turisti e di difficile accesso per i normali cittadini. Così alla lunga si è creata distanza tra la città e quel capolavoro che pur appartiene alla sua storia. Quasi una sorta di indifferenza, specialmente tra le nuove generazioni. Per provare a superare questa distanza e a rimettere il Cenacolo “in circolo” l’associazione Connecting Cultures, agenzia di ricerca non profit che promuove la sostenibilità attraverso l’arte e il design, ha lanciato un percorso che ha coinvolto un gruppo di ragazzi di Dergano, quartiere a nord del capoluogo lombardo, e che si è concluso con una performance live presentata, il 21 settembre, nei bellissimi spazi di Nuovo Armenia, una ex cascina trasformata in centro culturale e di ritrovo nel cuore di quel popolare quartiere milanese. “Cenacolo Live” è il titolo del progetto, sostenuto da Fondazione Cariplo, e realizzato con l’associazione Asnada.

Ma il progetto è stato sposato anche dallo stesso Museo del Cenacolo Vinciano, evidentemente nella consapevolezza che occorre lavorare per superare questo gap che si è creato tra il capolavoro e la città.

“Cenacolo Live” ha coinvolto 15 ragazzi, che hanno partecipato a laboratori creativi oltre naturalmente aver potuto sperimentare un rapporto diretto con lo straordinario dipinto di Leonardo. I ragazzi hanno lavorato sotto la guida sotto la guida del collettivo di artisti multimediali Film Live Association impegnati nello sviluppo della cinematografia dal vivo attraverso progetti di ricerca con approccio partecipativo.

La performance ha stabilito un “asse” in diretta tra il Cenacolo e quell’angolo di periferia milanese. Le immagini del tavolo della Cena di Leonardo hanno trovato un corrispettivo nel tavolo allestito sul retro della Cascina, rispettando le proporzioni e con un’attenzione a replicare la disposizione di cibo e stoviglie. Davanti al grande schermo (che abitualmente accoglie una originale programmazione di cinema all’aperto proposta da Nuovo Armenia), gli spettatori potevano vivere questo annullamento delle distanze, in quanto i due luoghi erano di fatto uniti dal collegamento video e dalla presenza di un personaggio-guida che misteriosamente si sdoppiava nella diretta. Il tessuto sonoro della performance era dato dalla voce dei 15 ragazzi con spezzoni di loro riflessioni registrate durante i workshop. Alla fine il tavolo vuoto allestito in Cascina si è popolato con un rito collettivo e comunitario, come se il Cenacolo avesse generato una inedita capacità di aggregazione.

Il video della performance, durata 15 minuti, prossimamente verrà proposto ai visitatori del Cenacolo, così da creare un prezioso corto circuito e strappare quel capolavoro dalla gabbia “globalizzante”.

L’anno prossimo secondo la seconda tappa del progetto coinvolgerà ragazzi di un altro quartiere di Milano, la Barona, in collaborazione con Comunità Nuova di don Gino Rigoldi.

Credit foto: Paolo Araldi


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