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Siriani, libanesi, palestinesi: supera le 80 vittime il naufragio al largo delle coste siriane

Il naufragio avvenuto giovedì 22 settembre al largo delle coste siriane è stato tragico. L’imbarcazione era partita martedì verso l’Europa dal porto di Miniyeh, vicino a Tripoli, in Libano, con a bordo tra i 120 e i 170 migranti e rifugiati, per lo più siriani, libanesi e palestinesi. Tra i passeggeri c’erano donne, bambini, uomini e anziani. Le partenze dal Libano sono sempre più frequenti, dal 2019 il Paese è sull'orlo di una guerra civile, l’80% della popolazione vive sotto la soglia di povertà

di Anna Spena

Il naufragio avvenuto giovedì 22 settembre al largo delle coste siriane è stato tragico. L’imbarcazione era partita martedì verso l’Europa dal porto di Miniyeh, vicino a Tripoli, in Libano, con a bordo tra i 120 e i 170 migranti e rifugiati, per lo più siriani, libanesi e palestinesi. Tra i passeggeri c’erano donne, bambini, uomini e anziani. I corpi delle vittime sono stati trovati in acque siriane. Secondo le prime notizie, 20 persone sono state trasferite all’ospedale della città di Tartous, alcune in gravi condizioni.

Le partenze dal Libano sono sempre più frequenti. Dopo lo scoppio della crisi nell'autunno 2019 nel Paese l’80% della popolazione vive sotto la soglia di povertà. Satndo all'ultimo rapporto del World Food Program il 46% della popolazione è alla fame. La lira libanese si è svalutata del 90%. Poco meno di 4 milioni di abitanti, un milione e mezzo di profughi siriani, mezzo milione di profughi palestinesi vivono in un Paese che sta collassando.

«Questa è l’ennesima straziante tragedia e porgiamo le nostre più sentite condoglianze a tutte le persone colpite», ha dichiarato Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati. «Chiediamo la piena solidarietà della comunità internazionale per contribuire a migliorare le condizioni delle persone costrette a fuggire e delle comunità ospitanti in Medio Oriente, in particolare nei Paesi vicini alla Siria. Troppe persone sono spinte sull’orlo del baratro».

«Le persone in cerca di sicurezza non dovrebbero essere costrette a intraprendere viaggi migratori così pericolosi e spesso mortali», ha dichiarato António Vitorino, Direttore generale dell’OIM. «Dobbiamo lavorare insieme per aumentare i canali sicuri e legali per la migrazione regolare, per contribuire a ridurre le perdite di vite umane e proteggere le persone vulnerabili in movimento».

«È una tragedia. Nessuno sale su queste barche della morte con leggerezza. Le persone prendono queste decisioni pericolose, rischiando la vita in cerca di dignità. Dobbiamo fare di più per offrire un futuro migliore e affrontare il senso di disperazione in Libano e in tutta la regione, anche tra i rifugiati palestinesi», ha dichiarato il Commissario generale dell’UNRWA Philippe Lazzarini.


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