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Cooperazione & Relazioni internazionali

Un Nobel per la pace e contro Putin

Il Comitato di Oslo premia tre organizzazioni che non faranno piacere al presidente russo, 70enne proprio oggi. In Russia la ong Memorial, fondata dal Nobel Sacharov alla fine degli anni '80 per documentare gli orrori del comunismo, e chiusa proprio dal regime alla fine del 2021. Nell'alleata Bielorussia, Viasna, ong spina nel fianco del regime di Lukashenko e, in Ucraina, un centro studi che sta documentando i crimini di guerra russi nella "Operazione militare speciale" avviata da febbraio

di Giampaolo Cerri

Nel giorno del compleanno numero 70 di Vladimir Putin, da Oslo, dove era riunito, il Comitato per il Nobel per la pace sembra avergli voluto idealmente inviare un presente assai ingombrante, anzi tre. Lo ha fatto premiando una storica ong russa, addirittura fondata da Andrei Sacharov, lo scienziato dissidente che fu sbattuto in manicomio negli anni 70-80, quando nell’Urss si "curavano" così le voci distoniche, tanto che si parlò di “neurocomunismo”.

Il Nobel per la pace è infatti andato Memorial, ong fondata da Sacharov (a sua volta Nobel nel 1975). Correva il1987 e al Cremlino il comunismo aveva i mesi contati. Memorial aveva l’intento di documentare appunto la tragedia di 70 anni di comunismo. Un lavoro difficile anche nel post-comunismo, visto che proprio la sede di Memorial era stata chiusa a dicembre 2021 dai tribunali russi, in quanto “infangava la Russia”, in concorso con non meglio precisati “agenti stranieri” (qui il sito dell’associazione gemella italiana).

E non deve aver fatto ugualmente piacere al presidente russo, il fatto che un altro premiato sia Ales Bialiatski, il presidente di Viasna, ong per i diritti umani, che dagli anni 90 fornisce assistenza alle vittime politiche dei vari regimi succedutisi a Minks e che è attualmente detenuto in Bielorussia con altri esponenti della stessa ong. Il sito dell'organizzazione riporta la sua foto (sopra) con l'indicazione del tempo di detenzione: 450 giorni, 12 ore e 8 secondi, pochi minuti fa.

Il riconoscimento è un chiaro j'accuse all’amico stretto di Putin, quell'Alexander Lukashenko, leader bielorusso così vicino a Mosca, da far temere a lungo un’invasione parallela dell’Ucraina, da parte du quel Paese, per dare il colpo finale a Kiev.

E per completare il quadro di quello che sembrerebbe un Nobel per la pace e contro Vladimir Putin, il Comitato di Oslo ha premiato anche un centro studi ucraino, il Centro per le libertà civili , impegnato dal 2007 per l’affermazione dei diritti in Ucraina. Da quando è iniziata l’invasione russa, però, il Centro ha cominciato a documentare i crimini di guerra compiuti dalle truppe che sventolavano la “Z” durante quella che chiamavano Operazione militare speciale.

La foto in apertura e quella di Bialiatski sono tratte dai siti delle organizzazioni.


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