Cooperazione & Relazioni internazionali

La questione della Pace ci interpella

di Giulio Albanese

Anzitutto auguri a tutti i lettori di questo blog! Oggi, come sapete, è la “Giornata Mondiale della Pace” e per l’occasione ho riletto attentamente il consueto messaggio del Papa dal titolo “Combattere la Povertà, costruire la Pace”. Lungi da ogni retorica, con il cuore e con la mente, non ho potuto a fare a meno di rivolgere lo sguardo al grande continente africano che sperimenta tutte le contraddizioni del cosiddetto fenomeno della globalizzazione, innescando l’estrema “divaricazione” tra ricchi benestanti e poveri nullatenenti. In questa prospettiva, ho trovato le parole del Papa davvero illuminati, evidenziando l’urgenza di una “evangelizzazione” a tutto campo nell’areopago dei mercati finanziari. L’intento è quello d’imprimere al sistema un deciso cambiamento di rotta per affermare il primato dell’uomo sul profitto ad ogni costo. “Si tratta di un problema – scrive Benedetto XVI – che s’impone alla coscienza dell’umanità, giacché le condizioni in cui versa un gran numero di persone sono tali da offenderne la nativa dignità e da compromettere, conseguentemente, l’autentico ed armonico progresso della comunità mondiale”. La posta in gioco è alta: occorre garantire la pace, come “bene condiviso”, ad una società globalizzata in cui si ricorre con estrema disinvoltura all’uso delle armi per difendere interessi di parte e il benessere accumulato dallo strapotere di questo o quel potentato, acuendo le sofferenze di legioni di innocenti. Non v’è dubbio che il richiamo alla globalizzazione, nelle intenzioni del Papa, riveste un significato inedito rispetto alle tradizionali interpretazioni degli addetti ai lavori. Benedetto XVI propone infatti una lettura spirituale e morale, “sollecitando a guardare ai poveri nella consapevole prospettiva di essere tutti partecipi di un unico progetto divino, quello della vocazione a costituire un’unica famiglia in cui tutti – individui, popoli e nazioni – regolino i loro comportamenti improntandoli ai principi di fraternità e di responsabilità”. Dunque quando l’uomo non viene considerato nell’integralità della sua vocazione, non rispettando le esigenze di una vera “ecologia umana”, quella del cuore, si scatenano disastri a dismisura. Basti pensare alle cosiddette dinamiche perverse della povertà, com’è evidente in alcuni ambiti: dall’insorgere della “questione demografica” in rapporto all’acuirsi del sottosviluppo, alla diffusione costante delle malattie pandemiche che influiscono grandemente sul peggioramento delle condizioni generali dei Paesi poveri. E cosa dire poi della relazione esistente tra disarmo e sviluppo che viene troppe volte sottaciuta per il raggiungimento dei grandi obiettivi della comunità internazionale? L’eccessivo accrescimento della “spesa militare”, denuncia il Papa “rischia di accelerare una corsa agli armamenti che provoca sacche di sottosviluppo e di disperazione, trasformandosi così paradossalmente in fattore di instabilità, di tensione e di conflitti”. Una cosa è certa: ogni vita umana deve sempre e comunque fare i conti con lo scandalo del male. Una questione che scandisce la Storia con tutti i suoi rivolgimenti e in cui le sofferenze inferte ai poveri rappresentano in assoluto l’aspetto più inquietante. Per questa ragione s’impone l’esigenza di promuovere, a tutti i costi, il sacrosanto valore della Pace per il Bene Comune dei popoli. Non sappiamo francamente se la nostra civiltà potrà continuare a crescere nella sfera dei consumi misurandosi da mattina a sera con le percentuali del prodotto interno lordo, ma forse l’unica vera recessione che dovremmo davvero temere è quella dei valori che impedisce al cuore di farsi prossimo. Occorre allora alzare la guardia perché il disinteresse della comunità internazionale nei confronti delle crisi che affliggono il Congo, il Darfur, la Somalia e lo Zimbabwe è sintomatico di un’eclissi del cuore. Tale preminente “questione” ci interpella all’inizio del nuovo anno, avendo sullo sfondo la vita che si consuma tra le pieghe del quotidiano, fino a rispecchiareil vero volto della società mondiale. Buon 2009 a tutti!


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