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Figli di un pallone minore

di Roberto Brambilla

E’ forse lo sport più praticato dagli italiani. Ogni giorno, dopo il lavoro. Con i colleghi o con gli amici. Ci hanno scritto anche un libro, da cui hanno tratto un film con Claudio Bisio. Il calcetto lo giocano tutti, dai cinquantenni intenti a non ingrassare ai liceali. Ma l’inizio del Mondiale di calcio a 5, la FIFA Futsal World Cup, in corso in Thailandia è passato quasi inosservato.

E sì che l’Italia non è l’ultima arrivata . Nelle ultime due edizioni della competizione iridata, a Taiwan e in Brasile, gli azzurri sono arrivati rispettivamente secondi e terzi, battuti da due delle superpotenze del calcio a 5, il Brasile e la Spagna. In più il campionato italiano, insieme a quello spagnolo, portoghese e a quello russo, è uno di quelli più competitivi d’Europa, tanto che nel 2011 il Montesilvano campione d’Italia ha conquistato la Uefa Futsal Cup, l’equivalente per il calcio a 5 della Champions League.

Un movimento con quasi 60mila tesserati per il settore maschile che in Thailanda lotterà per eguagliare gli ultimi risultati. Con una squadra, come è tradizione azzurra, con un’anima italo-brasiliana. Dei 14 convocati dal ct Roberto Menichelli, assistente di Alessandro Nuccorini ct dei trionfi europei dell’Italia, metà sono naturalizzati, nati in Brasile ma di passaporto italiano, grazie ai loro avi. Uno di loro, Saad Assis, è il difensore del Barcelona Futsal Club, la sezione calcio a 5 della squadra di Tito Vilanova. Il primo ostacolo, l’Australia è stato superato brillantemente (9-1). E chissà che i “fratelli d’Italia” dal cuore verdeoro non facciano bene. E qualcuno si accorga di loro.


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