Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Cooperazione & Relazioni internazionali

Brasile: il mistero dell’Airbus 447

di Paolo Manzo

Ci sono anche dieci italiani in quella che ad oggi è stata definita la più grande tragedia aerea che abbia colpito l’Air France. 216 passeggeri, tra cui 7 bambini e un neonato e 12 membri di equipaggio hanno perso la vita a bordo di un Airbus A330 della compagnia di bandiera transalpina partito dall’aeroporto Tom Jobim di Rio de Janeiro alle 19 ora locale del 31 maggio e mai atterrato a Parigi. L’arrivo del volo AF447 era previsto ieri alle 11h10 nell’aeroporto parigino di Roissy-Charles de Gaulle. Ma ad attendere i parenti e gli amici dei passeggeri venuti a prendere i loro cari solo poliziotti e personale Air France dell’unità di crisi che in genere viene allertata in casi di disastri. L’aereo, infatti, è letteralmente sparito dai radar a poche ore dal decollo. Sarebbe scomparso nel braccio di mare, lungo 1.800 chilometri, compreso tra la costa brasiliana e quella marocchina. Riguardo alle possibili cause dell’incidente Air France fa sapere per voce del suo direttore della comunicazione François Brousse che l’ipotesi considerata più verosimile è quella di un fulmine che avrebbe colpito l’aereo durante una serie di turbolenze atmosferiche. Il Presidente della Repubblica francese Nicholas Sarkozy, recatosi ieri pomeriggio in visita in aeroporto ha dichiarato che “non c’è alcun elemento preciso su quello che è successo” dopo che il ministro dei trasporti Jean-Louis Borloo aveva escluso nelle sue dichiarazioni alla stampa qualsiasi possibilità di dirottamento o attacco terroristico. Secondo il sito del quotidiano portoghese Jornal de Noticias, alcuni passeggeri prima di morire avrebbero inviato a parenti e amici messaggi come ”ti amo” e ”ho paura”. A bordo dell’aereo oltre agli italiani, viaggiavano circa 58 cittadini brasiliani, 61 francesi, 26 tedeschi e altri cittadini di 32 nazionalità, tra cui quella statunitense, cinese, britannica, spagnola, ungherese e marocchina. Tra le vittime anche un membro della famiglia reale brasiliana il principe Pedro Luis di Orleans e Braganza, 26 anni, discendente di Pedro II, ultimo imperatore del Brasile destituito nel 1889, alcuni vertici brasiliani del Gruppo Michelin e il presidente della Companhia Siderurgica do Atlantico membro del board dell’azienda ThyssenKrupp, Erich Heine. L’ultimo contatto con il volo Air France si è avuto alle 22.33 locali (le 3.33 ora italiana) a 565 chilometri dalla città costiera brasiliana di Natal, nel nord del paese. A spiegare la scomparsa dall’aereo dai radar sarebbe il fatto che nel mezzo dell’oceano Atlantico, non c’é una copertura radar. Le comunicazioni avvengono solo in Hf ovvero onde medie, che in caso di condizioni meteorologiche particolarmente difficili possono essere gravemente disturbate. L’aereo aveva 18.800 ore di volo ed era stato revisionato recentemente, fanno sapere dal quartier generale di Air France a Parigi. L’ipotesi del fulmine come causa unica dell’incidente da sola non regge, però, sostengono gli esperti. Secondo L’Onera, l’Ufficio francese di studi e ricerche aerospaziali, un aereo di linea è in genere colpito da un fulmine in media ogni mille ore di volo: in pratica una o due volte all’anno, con danni assolutamente non gravi. Per Carlos Salas, a capo dei controllori di volo dell’Argentina e massimo esperto di disastri aerei in America Latina “un fulmine da solo non fa precipitare un aereo, né tantomeno problemi al sistema elettrico. E’ più probabile un insieme congiunto di fattori negativi”. Cosa sia accaduto a bordo dellAirbus resta ancora un mistero. “Di certo- prosegue Salas- se l’allarme è stato dato in automatico la causa più probabile è quella dell’incendio immediato con susseguente esplosione in volo”. Proseguono comunque le ricerche del velivolo sia da parte delle autorità brasiliane a nord dell’isola settentrionale Fernando de Noronha sia da parte di quelle francesi non lontano dal Senegal. ”Il ritrovamento dell’Airbus sarà però molto difficile- ha dichiarato ai giornalisti all’aeroporto di Roissy il Presidente francese- perchè la zona delle ricerche è immensa. Le prospettive di trovare sopravvissuti sono minime”. Per proseguire le ricerche e localizzare il velivolo Sarkozy ha annunciato di aver chiesto aiuto al Pentagono e ai suoi sistemi satellitari e di ricognizione. E come spesso accade in caso di disastri aerei nella tragedia del volo AF447 c’è anche chi è stato letteralmente baciato dalla fortuna. Si tratta di una coppia francese in vacanza in Brasile. Marito e moglie, originari di Montpelier avevano fatto di tutto per imbarcarsi, anticipando il rientro, ma il volo era pieno ”Siamo dei miracolati- hanno dichiarato tremanti ai giornalisti- pensando a quello che poi è successo ci siamo molto spaventati. Il nostro pensiero va adesso a coloro che su quell’aereo, invece, sono saliti”.

Articolo pubblicato oggi sull’Eco di Bergamo


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA