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Orrori e anticorpi su Facebook

di Giulio Sensi

Di orrori in rete se ne vedono molti, ma l’assenza totale del senso del limite deve imporre una reazione collettiva e far emergere alcuni interrogativi. L’ultimo orrore abita da qualche giorno su Facebook: è il gruppo “Noi che prendiamo a sassate gli handicappati” sorto da poco, ma che ha aumentato di ora in ora il numero dei membri che hanno prima superato il numero di 250, per poi cominciare a scendere. Tali membri, verosimilmente in gran parte profili falsi, postano frasi, foto e commenti offensivi e deliranti che il rispetto della dignità impone di non riportare.

Parli da solo il movente del gruppo “Un’innocente passatempo, divertirsi a prendere a sassate down, handicappati e disabili per vedersi realizzati nella vita e divertirsi a vederli piangere e agonizzare al suolo”.

In rete girano, pochissimi in verità, appelli a segnalare il gruppo e ci auguriamo che venga fatto non solo dalle associazioni che difendono i diritti dei disabili, ma da tutti i cittadini. L’attenzione a quello che gira nella rete, e in particolare sui social network che hanno una capacità di diffusione ancora maggiore, dovrebbe diventare patrimonio comune di tutti gli internauti. Ma una domanda è d’obbligo: possibile che per far chiudere gruppi come questi -e quanti ne nascono più o meno indegni ogni giorno?- occorra raccogliere un’insieme di persone attive e che non ci siano meccanismi automatici di censura da parte di facebook?

Ora, la questione non è certo nuova e non è la prima volta che nascono gruppi o comunità di questo tipo. Per quello che attiene al caso specifico, ci auguriamo che tale gruppo venga disattivato prima possibile. Il consiglio è quello di segnalare il gruppo senza inserire ulteriori commenti, che non fanno che alimentare il giochino dei promotori i quali, evidentemente, non aspettano altro. Per farlo basta accedere alla pagina del gruppo e mandare la segnalazione. Facebook ha indubbiamente gli anticorpi per disattivare tal genere di cose, ma è possibile che assumano cittadinanza in rete seppur per poco tempo?

Infine un’ultima domanda: questi gruppi possiedono membri con nomi inneggianti a satana o roba simile. Dietro l’orrore delle frasi e delle foto, che altro tipo di coinvolgimento in rete ottengono? Che genere di contatti attivano? E quali altre attività nascondono? L’auspicio è che le autorità competenti siano in grado di capire e di farci capire tutto quello che può esservi dietro e le reali ragioni del loro proliferare.

 Post scriptum:  il gruppo è stato oscurato in serata da facebook. 

 


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