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Senza soldi per i rimborsi, a rischio il 118

di Giulio Sensi

Anpas Piemonte ha scritto al Prefetto di Torino Alberto di Pace per comunicare che  le “Pubbliche Assistenze Anpas della provincia di Torino avranno ancora pochi giorni di autonomia finanziaria, dopodiché non riusciranno più a garantire, con le proprie risorse, la copertura del Servizio di Emergenza Urgenza 118 a mezzo ambulanza, causando forti disservizi alla cittadinanza“.

La notizia dovrebbe destare attenzione per più di un motivo. Le Pubbliche Assistenze del Piemonte hanno storicamente gestito il servizio continuativo 118 a mezzo ambulanza per 27 postazioni operative 24 ore su 24 e oltre 35 postazioni “a mezzo estemporanea” su tutta la provincia per un totale complessivo di oltre 250 servizi di emergenza ogni giorno in stretta sinergia con il Servizio Sanitario Regionale. Per fare questo, in linea con ciò che prevede la legge, ricevono solamente il rimborso dei costi sostenuti e documentati per il servizio.

Ma di rimborsi non se ne vede più traccia da giugno scorso e l’autonomia finanziaria delle Pubbliche Assistenze è agli sgoccioli. Sia chiaro, stiamo parlando di rimborsi, non di profitti di chi svolge il servizio. Rimborsi per i costi vivi e un po’ di personale per la gestione e i turni feriali, perché in buona parte il servizio è assicurato tramite il volontariato che i piemontesi svolgono per il 118.

I rimborsi sono bloccati perché la nuova Azienda Città della Salute, che ha assunto la titolarità del servizio per tutta la provincia, pare non sia in grado di assicurare un puntuale ripristino dei vecchi tempi di pagamento e si ipotizza fino a 120-150 giorni per il saldo di quando dovuto alle Pubbliche Assistenze Anpas. Il servizio doveva essere riformato, ma sta subendo solo tagli.

A decorrere dalla fine di settembre -scrive l’Anpas Piemonte- molte di queste associazioni di volontariato non potranno progressivamente più acquistare i carburanti indispensabili alla gestione del servizio, garantire la manutenzione dei mezzi e pagare gli stipendi dei dipendenti necessari alla copertura dei turni diurni feriali, nonché i relativi oneri fiscali e previdenziali; questo comporterà inderogabilmente la progressiva interruzione del servizio 118 a mezzo ambulanza per il proprio territorio di competenza con gravissimi danni e rischi per l’intera collettività”.

La Regione Piemonte, più volte interpellata per un incontro, non ha ancora ricevuto i dirigenti dell’Anpas per trattare le problematiche connesse al Servizio 118 e al ruolo del volontariato al suo interno. Anche per questo motivo il volontariato scende in piazza: mercoledì 3 ottobre davanti alla sede della Regione stessa ci saranno 81 Pubbliche Assistenze con volontari e ambulanze.

Basterà per essere almeno ascoltati?


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