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Solidarietà & Volontariato

Chi snobba il volontariato

di Giulio Sensi

Mi ha inizialmente sorpreso ascoltare sabato scorso, durante la riunione di un tavolo di lavoro della Conferenza Nazionale del Volontariato in Piazza del Duomo all’Aquila, il Direttore generale del ministero del lavoro e delle politiche sociali Danilo Giovanni Festa che rispondeva alle domande di alcuni dirigenti delle Organizzazioni di Volontariato. La questione era relativa al fatto che la Conferenza Nazionale fosse stata ignorata dai grandi media.

Il ministro non poteva certo stare tutto il tempo”, diceva Festa, giustificando la sua frase con l’evidenza che la presenza di Elsa Fornero avesse acceso per un attimo, e massicciamente, le telecamere sulla Conferenza venerdì pomeriggio. Peccato che la notizia più importante data dalla Fornero nel suo discorso non riguardasse il volontariato, ma il lavoro. Si riferiva allo stanziamento di circa 235 milioni di euro per il lavoro giovanile.

Poniamoci un paio di domande: senza la presenza di Ministri tecnici o politici, il volontariato non può fare notizia? Se il Ministro fosse stato presente tutto il tempo sarebbe stato diverso? A giudicare dal suo discorso direi proprio di no, a meno che non avesse riproposto una delle uscite a cui ci ha abituato, di quelle che generano strascichi infiniti di polemiche. Almeno a quello il volontariato è stato risparmiato.

Anche perchè di notizie, diciamolo serenamente, dalla Conferenza Nazionale del Volontariato ne sono uscite ben poche. Di contenuti, e anche interessanti, molti di più. Ma non tutti i contenuti sono notizie e non è colpa della Fornero, almeno stavolta.

E non è nemmeno vero che che l’informazione non si sia occupata della Conferenza dell’Aquila: erano presenti diversi giornalisti e comunicatori di varie testate di settore (vale a dire che si occupano di temi sociali e dei temi cari al terzo settore: a cominciare dal gruppo editoriale che ospita questo blog, Vita, così come Redattore Sociale e Volontariato Oggi), ma prevale il lamento per le notizie che non si sono viste sui media mainstream piuttosto che l’incoraggiamento e l’apprezzamento a chi dà megafono al volontariato. Pure questo ormai è normale: molti, anche all’interno del mondo del volontariato, guardano solo “in alto”, all’informazione mainstream, ignorando o sapendo poco di quella vicina a loro.

Diciamo la verità: questa volta il lamento dei “media che ci ignorano” è abbastanza fuorviante: le notizie uscite dalla conferenza, alcune rilevanti, si trovano tranquillamente sui media di settore ed è irrealistico credere che potessero sfondare nel “mainstream”. Come se la patente di “volontari brava gente” bastasse ad essere considerati dai grandi media. E l’investimento in comunicazione per la Conferenza è stato evidentemente insufficiente.

Il volontariato ha sempre innovato ed è stato attore importante ed autorevole del nostro Paese quando alla denuncia ha accompagnato l’azione e la presenza coraggiosa nei posti di frontiera. Oggi la comunicazione è un luogo di frontiera perchè è il “luogo” in cui la gente comune sviluppa la propria idea di società e di cittadinanza. Gli strumenti per agire, anche a buon mercato, ce ne sono molti. Se intanto questi luoghi venissero popolati bene (voglio dire: se il volontariato fosse più capace di stare in mezzo alla società con un linguaggio comune e comprensibile e un chiaro messaggio di cambiamento), sicuramente al lamento per la distrazione dei media non si accompagnerebbe la frustrazione per non essere compresi.

O forse, addirittura, ci accorgeremmo che dell’attenzione elemosinata dei grandi media se ne potrebbe fare benissimo anche a meno.


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