Solidarietà & Volontariato

Ma nemmeno la ricchezza

di Giulio Sensi

Continuano a piovere notizie ed analisi sulla situazione del nostro Paese che non fanno notizia. Forse perché non arrivano sullo schermo dei grandi giornalisti dei grandi giornali, o forse perché si dà per scontato che siano sempre le stesse notizie. Avendo un po’ di tempo per guardare dentro, si scopre invece che sarebbe seriamente importante far girare molte di queste notizie. Ne prendo ad esempio tre. Due riguardano la povertà, una la ricchezza. Che c’entra la ricchezza direte voi? C’entra, anzi è ancora più importante della povertà.

Estremamente interessante è ad esempio l’analisi della Fondazione Zancan: racconta di un Paese sempre più povero anche perché incapace di dare risposte al problema nonostante che investa risorse non trascurabili, seppur insufficienti e non equamente distribuite,  nel contrasto alla povertà e all’emarginazione. Lavorare su questa notizia permetterebbe di cambiare il livello dell’analisi e della consapevolezza: più che di poveri, parliamo di come si può contrastare la povertà in maniera innovativa e “generativa”, in particolare a livello locale.

La seconda notizia è relativa alla “categoria” che forse di più nel mondo è colpita dalla povertà: quella che sostiene il Pianeta lavorando la terra, cioé i piccoli agricoltori. Nel Rapporto Annuale della Fao si è voluto far passare un messaggio poco conosciuto: per battere la fame si deve puntare sui piccoli contadini e sostenere questo tipo di agricoltura. Chissà cosa succederebbe, anche in Italia, se questa consapevolezza fosse a portata di tutti. Ci possiamo lavorare?

La terza riguarda la ricchezza. Fa poca notizia, come la povertà. Oggi il Censis ha presentato il rapporto sulla situazione sociale del Paese. Fra la mole di informazioni veicolate, spesso non proprio accessibili a tutti a causa di un linguaggio particolare, c’è l’aumento della ricchezza e dei ricchi. Vale a dire l’aumento della quota di famiglie con una ricchezza netta superiore a 500.000 euro che è praticamente raddoppiata, passando dal 6% al 12,5%.

Negli ultimi vent’anni -ci dice il Censis- la ricchezza netta delle famiglie è aumentata del 65,4% grazie soprattutto dall’aumento del valore degli immobili posseduti (+79,2%).Questo nonostante che i redditi non abbiano subito variazioni, anzi, a partire dal 2007 è sceso ai livelli del 1993: -0,6% in termini reali tra il 1993 e il 2011. Quindi, mentre molti sono più poveri, alcuni sono molto più ricchi.

Fra pochi giorni la Banca d’Italia renderà nota il suo annuale Rapporto sulla ricchezza delle famiglie italiane. Verrà fuori, come da diversi anni a questa parte, che la ricchezza non diminuisce, ma aumenta la differenza, la forbice fra ricchi e poveri. Ma in pochi, ve lo assicuro, risalteranno la vera notizia che rimane sempre nascosta: povertà e ricchezza crescono insieme, vanno a braccetto perchè crescono le diseguaglianze che sono la vera piaga dell’Italia, in termini di disponibilità materiali e di opportunità. E la diseguaglianza è la vera lente per comprendere cosa ci sta accadendo.

Vi sembrerà banale, ma lo sarebbe se tutti ne parlassero, politici compresi. I quali invece, salvo rare eccezioni, continuano a far finta di niente. E generano, insieme ai media, una colossale distorsione della lettura della situazione dell’Italia e del mondo che crea ancora più luoghi comuni, confusione e incapacità di reagire. Ci possiamo lavorare?

 


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