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Famiglia & Minori

Questa è normalità?

di Simone Feder

Come non pensare alla sofferenza in questo periodo dei tanti giovani?

Giorgio, 17 anni, una sera mi scrive del suo mondo e mi racconta che i suoi pensieri non gli danno pace, c’è qualcosa dentro che non lo lascia tranquillo ma no riesce a dargli un nome.

Lo spaventa la normalità e tutto ciò che non gli dà adrenalina, rischio, appagamento nell’andare oltre quel limite illusorio fatto di confini che non ci sono, nel cercare qualcosa che sta al di là e che non sa se esiste. La sua voglia dicercare è dirompente, un appetito insaziabile, qualcosa che lo porta a fregarsene di tutto.

E in questa ricerca disperata non è solo, molti dei suoi amici si rinchiudono nei locali e bevono, anzi ingoiano, fino a che il loro fisico regge, perchè i soldi non mancano o in qualche modo si trovano sempre. Altri si lasciano travolgere da quelle tremende macchinette che giorno dopo giorno creano nuovi dipendenti. Ipnotizzati in questi locali dove i gestori ti accolgono con affabilità, ti offrono da bere trattandoti come un cliente d’onore, da preservare, da irretire, da‘coccolare’, da non lasciarsi scappare… Non interessa loro a che cosa vai incontro, non importa che chi gioca si rovini o che rovini i propri cari, ciò che muove le loro attenzioni, le loro premure, sono sempre e solo quei maledetti soldi. Quanto sono accattivanti i suoni, i colori e le forme di quelle maledette macchinette! Cosa sarebbe una macchinetta senza suono… senza le immagini dei diamanti … senza la vincita in denaro… e tu giocatore sei lì e non ti fermi, non riesci a staccare la spina e corri all’impazzata verso il bancomat più vicino pur di dimostrare a te stesso che è tutto un film e che non ha senso la sconfitta.

Giorgio si interroga e come lui tantissimi giovani e meno giovani: perché questo la gente non capisce? Si distruggono persone, si rovinano famiglie, si crea disagio e nello stesso tempo si ricerca la progettazione di interventi e servizi sempre più specializzati per far fronte a questa piaga sociale… è un corto circuito! Ma perché ‘i grandi’ non si ribellano a questo sistema che ti costringe semprea fare ciò che è più comodo a lui. Quali sono le leggi che sottostanno a questo assurdo sistema che contemporaneamente crea e cerca di curare il malessere?Eppure tutto intorno tace … Tutto continua, prosegue imperterrito la corsa verso qualche cosa. Non possiamo non dare risposte a queste domande dei nostri ragazzi. Cos’è questa cosiddetta normalità? È forse avere una laurea, un lavoro, un ragazzo con cui ti rapporti in quel tempo libero che è sempre meno?È forse un rapporto non conflittuale con i genitori? Avere una vita agiata,degli amici? È forse questo?

Tutto ciò non manca loro. Ogni giorno provano a vivere la “normalità” ma non ne sentono il senso e il gusto. Il malessere aumenta ma non trovano soluzione possibile nella cosiddetta normalità socialmente accettata dai più. E allora sentono continuamente l’esigenza di fare e pensare a qualcosa di diverso.

Bisogna fare in fretta perché oggi servono tempi e modi più veloci e i fenomeni che questa sera pensiamo di aver spiegato, domani al nostro risveglio saranno già vecchi.


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