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Natale: proteggiamo i bambini

Simone Feder, sul suo blog "No Slot”, scrive la letterina a Babbo Natale per un'Italia senza gioco d'azzardo

di Redazione

di Simone Feder

Caro Babbo Natale,
Per questo Natale vorrei un’Italia senza “gioco”.

Vorrei che i bambini potessero riappropriarsi del vero significato del termine gioco: lontano da quello che invece si tenta di insinuare nella loro testa fin da piccoli preparando per loro una slot machine giocattolo impacchettata, un valigetta set per il gioco d’azzardo o un altro di quei giochi di cui sono sempre più pieni i negozi e che incitano a "giocare all’azzardo”! Quale perverso sistema si nasconde dietro a queste scelte di mercato? Chi si permette di toccare i bambini e speculare sulla loro ingenuità, sulla loro vulnerabilità, sulla loro personalità ancora in formazione?

Vorrei che tutti si svegliassero sdegnati e infastiditi al grido: “Giù le mani dai bambini!”. Non voglio dimenticare, specialmente in questi giorni di festa che ci riportano alla Sua venuta sulla terra, ciò che anche il Vangelo ci ricorda “È inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui per cui avvengono. È meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e venga gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli”.

Vorrei che si smettesse di chiedere alle persone di giocare all’azzardo responsabilmente e si finisse di parlare di gioco responsabile! Responsabile si, della distruzione di tante famiglie, della disperazione di tante madri, della mancanza di futuro di tanti figli, della tristezza di tanti giovani, della rovina di tanti padri di famiglia… e chi guadagna su questo? Non esiste la dose minima o massima consigliata, non esiste una soglia di sicurezza.

Vorrei che si parlasse della responsabilità verso il gioco, responsabilità di chi fatica a capirne il rischio e la gravità, di chi non sente l’emergenza, di chi aspetta che siano altri ad intervenire, di chi ‘ma tanto cosa sarà mai.., di chi si propone come “guaritore” e invece riesce solo a guadagnare sulla disperazione… Oggi il problema va visto in ottica educativa, etica, morale e culturale: o gli adulti si ribellano e prendono realmente coscienza dell’emergenza o questa ci travolgerà. Non avremmo più antibiotici contro nessun batterio.

Vorrei che le nostre scatole legate con un fiocco rosso ci regalassero decisioni importanti e concrete, prese di posizioni forti che riescano, una volta per tutte, a mettere in secondo piano i vantaggi economici a favore di una vera tutela portatrice di reale benessere per tutti, lo dobbiamo ai nostri giovani!

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