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Sanità & Ricerca

La guerra delle due ScleRose

di Noria Nalli

Alcuni passi molto ben fatti, in una babele di informazioni contrastanti prive di adeguato contesto ed approfondimento. Lo speciale sulla Sm del Corriere.it salute, mi ha fatto nascere perplessità ed inquietudine.

Si parla di metodo Zamboni con una Nicoletta Mantovani guarita/pentita (sto solo meglio sostiene) e dei risultati concreti ancora privi di reali riscontri eclatanti. C’è la parte dedicata alla terapia farmacologica, insistendo più sui rischi che sui benefici e la chimera delle cellule staminali. Più che un approfondimento sembra una comunicazione aziendale, pieno di luoghi comuni e di pietismi, privo di ironia (come si conviene ad ogni pubblicità) e di umanità. Confonde le idee invece di chiarirle. Su un aspetto importante, devo ammettere che il quotidiano milanese focalizza bene il problema. Nell’ambito dei pazienti neurologici si sta scatenando una guerra tra poveri.

Sembra che siano nate grottesche tifoserie di opposte fazioni: i pro angioplastica o CCSVI che dir si voglia e i pro cure neurologiche, praticate nei vari centri ospedalieri, disseminati nella nostra penisola. Io, Sclerotica, ormai lo sapete, amo i paragoni cinematografici o letterari. In questo caso ho attinto invece ai  ricordi, un po’ impolverati, dei mie studi storici.  Sta nascendo una  lotta assurda come quella che nacque per motivi dinastici in Inghilterra nel Quattrocento: la famosa guerra delle due Rose, fra York e Lancaster, entrambi Plantageneti. Anni di follia che causarono danni, morte e disperazione tra i rappresentanti del popolo. Così per noi ,malati si rischia di andare incontro alla guerra delle Due ScleRose, tra Chirurghi Vascolari e Neurologi, che appartengono entrambi alla categoria/dinastia dei medici e dovrebbero perseguire solo la salute dei malati.

Noi sclerotici rischiamo un po’ di seguire la sorte dei malcapitati popolani inglesi, che se le buscarono in maniera indegna.  La ScleRosa (Rosi per gli amici) è una sola ed è così presuntuosa da poter accettare le attenzioni di moltissimi scienziati, che collaborino umilmente per darle scacco. Gli sclerotici sono suoi sudditi e dobbiamo tifare per tutti i combattenti onesti e preparati. Qui, perdonatemi, mi scappa un’altra citazione (questa volta musicale): mettiamo dei fiori, non nei nostri cannoni, come si cantava negli anni ’60, ma nelle nostre flebo. Prendiamo di sorpresa la malattia e sconfiggiamola con impegno, tenacia e una buona dose di autoironia.

 

 


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