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Sanità & Ricerca

Quando gli stessi macchinari di diagnosi e cura sono una barriera

di Noria Nalli

Leggo con piacere  che la cooperativa sociale “Spes contra spem” ha stilato un documento, che segnala l’esistenza di barriere sanitarie, oltre a quelle architettoniche. Ci sono macchinari inadatti e personale non formato. Questa Carta dei diritti del malato è stata adottata dal Policlinico Gemelli di Roma. Proprio su questo argomento, io, umiliata e piena di rabbia, un paio d’anni fa avevo scritto un breve sfogo.

Il diritto ad essere curati si misura anche in chilogrammi ?

“Scusa, ma perchè usate solo barelle così strette?” Dissi salendo su una ” striscia” di materassino, al termine della mia degenza in day hospital, per la mia flebo mensile, ” Hai ragione – mi disse l’operatore della Croce Rossa – ma se tu vedessi le più grandi ti metteresti a ridere, sono enormi, solo i vigili del fuoco ce l’hanno”.Imbracata su un trabiccolo, come Tutankamon in gita turistica, ho ripensato alla brutta avventura che avevo dovuto subire solo pochi mesi prima. Ora sono molto dimagrita, ma ricordo con rabbia ed umiliazione l’espressione sconvolta dei barellieri della Croce Bianca che mi erano venuti a prendere a casa. Pareva avessero visto un tirannosauro o un mammuth redivivI. Sorvolo sulle goffe manovre utilizzate per portarmi in ambulanza (ho rischiato tra l’altro di cadere dalle scale. Ma la ciliegina sulla torta è arrivata al ricovero. Mi hanno preso le misure e NON HO POTUTO FARE LA RISONANZA MAGNETICA! Dopo tutto quello che mi è successo in questi mesi, non posso non pensare a quanto tempo si sarebbe potuto risparmiare, evitarmi sofferenza e ricadute, permettendomi di iniziare subito la nuova cura. Ma se è noto che  il consumismo ha portato ad un aumento della popolazione sovrappeso, sarebbe credo ora di agire, adeguare le strutture, senza creare nuove fasce di discriminazione.


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