Sanità & Ricerca

Traslocando: l’ultima abitazione che mi ha visto “abile”

di Noria Nalli

“Questa è l’ultima casa in cui sono stata normale“. L,’abitazione che sto lasciando con la mia famiglia, terrà con sè una cosa che non è trasportabile con il trasloco, la mia capacità di camminare sicura e godermi una lunga camminata all’aria aperta. La Noria che amava le passeggiate, ormai appartiene solo alle fotografie, chiuse nelle scatole di latta del trasloco, come cantava Loredana Bertè nella bella canzone di Ivano Fossati. Forse per questo motivo il distacco è doloroso, quasi insostenibile. Le nuove mura mi conosceranno incerta e legata al deambulatore, sarà un po’ come elaborare definitivamente il lutto della perdita di parte delle mie abilità motorie. “Prima o poi camminerà senza quel coso!” è stato il delicato commento di  una vicina nel dimostrarmi la sua preziosa ospitalità nel nuovo condominio. Non sono più la stessa è vero, cammino male, ma sono anche più fiera, combattiva e desiderosa di fare. Questa sarà la casa di Sclerotica della sua vitalità e del fermo desiderio di trasformare i limiti in opportunità. Fare un piccolo tragitto sotto casa sarà un’impresa, ma ha già pronto un piano per riprendere ad usare i mezzi pubblici e spingersi ad esplorare con il suo deambulatore, anche le vie più belle del centro di Torino.


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