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Una mattina mi son svegliata

di Noria Nalli

Sarà che oggi è uno di quei giorni in cui mi fai paura, cara Sm, sarà che ieri era il 25 aprile, ma ripenso intensamente all’aprile di alcuni anni fa, quando seguivo un corso di canto per combattere la tua amica Depressione. “Proviamo O bella ciao” mi disse Davide, il mio giovane insegnante. Era una canzone nota e abbastanza facile da affrontare. Si, facile, ma solo musicalmente, nella realtà ha creato in me un turbinio di pensieri ed emozioni.Quando ho attaccato “Una mattina mi son svegliato, o bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao, ciao”. Ho già sentito i primi sconvolgimenti, ma quando è arrivato il seguito “una mattina mi son svegliato e ho trovato l’invasor” non ce l’ho più fatta. Io sapevo bene Chi fosse l’Invasore, che con la sua fedele alleata mi stava togliendo la gioia di vivere e chiamare il Partigiano a portarmi via era un urlo liberatoio e disperato. Caddi quasi in trance. Il mio insegnante rimase un po’ turbato ed io tengo stretta nel cuore quell’esperienza di condivisione della sofferenza attraverso la potenza di un canto popolare. Le genti che passano e passeranno riconosceranno sempre il bel fiore, nato dalla lotta contro gli invasori di ogni tipo. Quanto piacerebbe a noi sclerotici, avere il nostro giorno della Liberazione dalla SM. Magari cantando tutti insieme ci sentiremmo più forti, facendo da colonna sonora ai nostri partigiani, i ricercatori, che prima o poi troveranno la nostra magica pozione, che scaccerà l’invasore. Concludo citando ancora Fossati “Alzati che si sta alzando la canzone popolare, se c’è qualcosa da dire ancora ce lo dirà, se c’è qualcosa da chiarire ancora ce lo dirà, se c’è qualcosa da cantare ancora si capirà”.


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