Sanità & Ricerca

Una sclerotica su Marte

di Noria Nalli

Gambe libere e fluttuanti nell’aria in assenza di gravità: che sogno!  Il cinema mi fa quasi sempre emozionare, ma la visione di Gravity di Alfonso Cuaron con George Clooney e Sandra Bullock, mi ha offerto anche un imprevisto spunto di riflessione.   Uno dei miei maggiori problemi, comuni a moltissimi sclerotici, sono le gambe pesanti, che diventano talvolta dei veri macigni, rendendo difficile il cammino. La protagonista si trova invece a volteggiare nello spazio come una libellula. Superata l’atmosfera terrestre, la forza di gravità infatti si annulla, in modo che persone e oggetti  vaghino fluttuanti , invece di imprimere sul terreno il loro peso.  La trama del film era piena di pathos e situazioni tutt’altro che leggere, ma quanto ho invidiato quella leggerezza dei movimenti. Chissà se un giorno l’assenza  di gravità diventerà uno strumento di cura, magari con palestre fisioterapiche “Zero gravity” o con apposite cliniche  nello spazio (Su Marte?) per sfruttare la leggerezza dei movimenti in assenza di peso.  Potrebbe essere una diversa chiave di lettura della pellicola, del resto, dopo tante peripezie, Sandra Bullock ritorna a rimettere fiera i piedi sulla terra, facendo forza sulle sue gambe, come se l’avventura nello spazio l’avesse completamente riabilitata anche dal punto di vista fisico.

 


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