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Sanità & Ricerca

Ombre di eugenetica sull’intervista alla donna che si è sottoposta all’eutanasia

di Noria Nalli

Ho ripensato ai filmini della propaganda nazista. Quelli che servivano a diffondere i principi dell’eugenetica. La vita di una persona malata o disabile, non veniva considerata degna di essere vissuta e nelle loro pellicole, i seguaci di Hitler cercavano di dimostrare questo concetto: chi non era abile doveva morire. Il video diffuso in questi giorni da radio Radicale, con l’intervista a Damiana,  la donna malata di sclerosi multipla, che ha scelto di sottoporsi ad eutanasia in una clinica svizzera, mi ha provocato rabbia e sconcerto. Io posso rispettare le motivazioni di chi ritiene di volere ricorrere al suicidio, ma chi sceglie di togliersi la vita NON HA il diritto di fare del terrorismo psicologico sulla realtà di una patologia, terrorizzando i parenti di chi ne soffre, se non addirittura istigando al suicidio gli stessi malati. Damiana ha dato informazioni sbagliate e ha ridicolizzato la portata degli interventi dei caregiver e dei servizi sociali. Le parole della donna mi sono sembrate pericolose, quasi uno spot per i tagli alla sanità e all’assistenza. È stata dipinta una realtà ottocentesca, in cui una persona affetta da sm era costretta a letto, senza poter utilizzare ausili adatti alle sue difficoltà. La sclerosi multipla colpisce molte migliaia di persone in Italia, una buona percentuale delle quali riesce a condurre una vita soddisfacente,  nonostante alcune limitazioni. Il gran numero di malati in tutto il mondo fa si che sia una delle patologie più studiate. E devo dire che la ricerca,  nel campo della sclerosi,  sta facendo passi da gigante.  Io non sono contraria per principio all’eutanasia, ma lo sono nei confronti della cattiva informazione e quella dell’intervista a Damiana era davvero pessima,  oltre che pericolosa.


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