Mondo
Lotta all’ebola, le azioni di Save the Children e Avsi
"E' la più grande epidemia che il mondo abbia mai visto", sentenzia il direttore umanitario di Save the children, che sta rinforzando la propria esperienza nel paese. Anche Avsi è in prima linea e lancia una raccolta fondi per le cure necessarie
di Redazione

“Questa è la più grande epidemia di Ebola che il mondo abbia mai visto”, afferma dal cuore dell’area di crisi in Sierra Leone Rob Mac Gillivray, Direttore Regionale per le Emergenze Umanitarie di Save the Children. “Già prima dell’inizio di questa emergenza c’erano meno di tre medici ogni 100mila persone sia in Liberia che in Sierra Leone, e ora i sistemi sanitari sono sopraffatti dalla crisi”.
Save the Children, che sta rinforzando il proprio intervento nell’area dell’Africa Occidentale, segnala i gravissimi fattori di rischio ulteriori legati alla paura e allo stigma che accompagna le persone colpite: i genitori sono comprensibilmente spaventati e stanno lontani dai centri medici per la paura di entrare in contatto con l’infezione, le donne incinta stanno partorendo in casa piuttosto che cercare un aiuto medico qualificato e i bambini che sono rimasti orfani, rischiano di essere stigmatizzati dalla loro comunità proprio nel momento più difficile della loro vita. La sfida resta quella di raggiungere le famiglie nelle comunità rurali che già prima dello scoppio del virus stavano lottando per poter accedere alle cure sanitarie.
“Dobbiamo lavorare in stretta collaborazione con i servizi sanitari locali e con i governi dei paesi coinvolti, per garantire che tutti i bambini della regione possano ricevere le cure di cui hanno bisogno. I bambini cui è stato diagnosticato il virus Ebola necessitano di un trattamento specifico ed è fondamentale che sia predisposta un’assistenza sanitaria specialistica per loro”, spiega ancora Rob MacGillivray. “I bambini che hanno perso i propri cari vengono stigmatizzati e per questo è importante anche comunicare la realtà della malattia, perché il contagio può essere prevenuto con misure semplici. È fondamentale che le famiglie riescano a fidarsi del sistema medico e si presentino ai primi sintomi della malattia, perché in molti casi questo fa la differenza tra la vita e la morte ed è fondamentale per contenere l’epidemia”.
Anche Fondazione Avsi, presente in Sierra Leone, rilancia il proprio impegno e promuove una raccolta fondi per far fronte all’epidemia di ebola in Sierra Leone. L’obiettivo è prevenire la diffusione del virus nel Paese africano, con interventi di informazione e sensibilizzazione delle comunità colpite e attività di contact tracing. “Spesso la diffusione di messaggi informativi non basta ",spiega Nicola Orsini, responsabile per Avsi in Sierra Leone, "serve una presenza costante fra la gente, in grado di sfondare il muro della diffidenza e della paura”.
Avsi è presente in Sierra Leone dal 2000, insieme alla ong locale Family Home Movement, con progetti di sostegno a distanza. La raccolta fondi si chiama Emergenza ebola Sierra Leone (a questo link le informazioni) ."Il nostro staff nel paese si è messo subito al lavoro per contrastare la diffusione del virus", racconta Ernest, responsabile dell'ong, "le attività di prevenzione nel paese sono fondamentali ed è necessaria la più ampia copertura possibile".