Attivismo
A Kharkiv arriva il “Terzo Paradiso” di Michelangelo Pistoletto
A Kharkiv, l'Università Beketov - già bombardata 26 volte dall'inizio della guerra - ha ospitato il "Terzo Paradiso" dell'artista Michelangelo Pistoletto. Un'opera "open source" che chiunque, previa autorizzazione della Fondazione Pistoletto, può reinterpretare e riprodurre gratuitamente. Gli studenti d'arte hanno poi offerto ognuno la propria visione dell'opera, riproducendola su carta o su tela e modificandola secondo la propria intenzione espressiva. Proiettato il videomessaggio che l'artista ha voluto inviare agli studenti
“Dove c’è arte, non c’è guerra”. È questo il messaggio che Michelangelo Pistoletto – artista di fama internazionale, classe 1933 – ha voluto inviare ai docenti e agli studenti universitari dell’università Beketov di Kharkiv, e tramite loro all’intero popolo ucraino.
La sensibilità di Michelangelo Pistoletto ai temi della pace e della fratellanza universale è nota. Ma come è avvenuto questo incontro di “affinità elettive”, tra ragazzi e professori di una città a 40 km dal fronte di guerra e un gigante dell’arte contemporanea? Due gli attori principali: Paolo Naldini, direttore della onlus Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, e il Mean – Movimento Europeo di Azione Nonviolenta, fondato da Riccardo Bonacina, Angelo Moretti, Marianella Sclavi e Marco Bentivogli.
Ispirato alle idee di Alex Langer, il Mean è nato nel 2022, all’indomani dell’invasione russa in terra ucraina, con lo scopo di chiedere all’Europa l’istituzione dei Corpi Civili di Pace Europei come strumento di interposizione civile e disarmato. Da allora, ha organizzato numerose spedizioni di volontari che si sono recati là, dove la popolazione civile è sottoposta ad attacchi continui, per portare solidarietà, idee, vicinanza e condivisione.
Per la sua quattordicesima missione, il Mean ha voluto celebrare il “Giubileo della Speranza in Ucraina”, dall’1 al 5 ottobre. In questo contesto si è inserito anche il Giubileo degli Artisti. Quando Paolo Naldini – non nuovo a iniziative di solidarietà con chi patisce gli effetti delle varie guerre in atto sul pianeta – è venuto a conoscenza dell’idea, subito ha proposto al Mean il “Terzo Paradiso” di Michelangelo Pistoletto. Una specie di opera “open source” che chiunque, previa autorizzazione della Fondazione Pistoletto, può reinterpretare e riprodurre gratuitamente. Esempi importanti di questo “meccanismo artistico” che si diffonde per “contagio”, che vuole testimoniare il desiderio di pace e bellezza che tutti ci accomuna e che si situa lontano dai musei ma vicino alla vita delle persone, sono reperibili su terzoparadiso.org.
L’idea ha preso forma velocemente. È accaduto così che, per un giorno, in una università dell’estremo est europeo (l’università Beketov di Kharkiv, già sottoposta a ben 26 attacchi missilistici), studenti e professori, insieme a una cinquantina di volontari del Mean partiti dall’Italia, si siano trovati riuniti per un momento di condivisione artistica e creativa. Il simbolo del Terzo Paradiso e il marchio del Mean sono stati riprodotti su un muro interno dell’università, come un murales di pregiatissima fattura. Studenti, professori e volontari hanno poi potuto aggiungere la propria firma, o un disegno. Il corridoio nel quale era stato riprodotto il murales, bianchissimo, riverniciato di fresco, non era stato scelto a caso. Collegava la parte dell’edificio colpita dai missili con la parte rimasta illesa.

Gli studenti d’arte hanno poi offerto ognuno la propria visione dell’opera, riproducendola su carta o su tela e modificandola secondo la propria intenzione espressiva. Dalla matita, all’acrilico, al collage, sono state impiegate tecniche pittoriche molto diverse tra loro. Intanto, su un grande schermo, veniva proiettato il videomessaggio che Michelangelo Pistoletto in persona ha voluto inviare all’Università e al Mean, come ringraziamento per l’iniziativa e come spiegazione dei significati più profondi dell’opera, la quale incarna nel modo più sintetico e simbolico possibile un’idea di composizione dei conflitti, di ritrovata armonia, di produzione del nuovo e del bello da elementi che sono in rapporto di contrasto e opposizione tra loro.
Nel videomessaggio, l’artista esorta tutti a sprigionare una forza creativa capace di costruire una “pace preventiva”: «Dobbiamo creare un sistema dove l’uomo non è più capace di mangiare l’altro uomo, non lo vuole più fare! Per fare questo bisogna costruire un sistema di pace che non viene dopo la guerra, ma viene prima. La pace deve essere preparata prima di fare la guerra».
Commentando questo straordinario evento, questa incredibile connessione tra la grande arte italiana e l’arte di Kharkiv, il direttore della Fondazione Pistoletto, Paolo Naldini, ha detto: «È molto più facile fare la guerra che la pace, per questo la prima è amata dagli uomini di poco valore. La seconda si costruisce con enorme fatica, spesso senza riconoscimento e poche risorse, perché la guerra fa fare affari che accrescono il denaro, mentre la pace previene immenso dolore e spese maledette: purtroppo, per molti, è difficile scegliere la strada della prevenzione, ci vuole immaginazione e visione, due cose che l’arte coltiva e produce. Anche per questo ogni società ha radicalmente bisogno degli artisti, dei curatori, delle guide e dei direttori dei musei, degli insegnanti e degli amante dell’arte».

Il rettore dell’università Beketov, Igor Biletsky, colpito dalla presenza di italiani disposti a viaggiare per 2.500 km per portare vicinanza reale al popolo ucraino, ha così commentato: «Mi sono chiesto perché siete venuti in questa città così vicina al fronte mettendo a rischio la vostra vita. La guerra è un male assoluto. Distrugge tutto. Distrugge le case, le vite, ma anche le anime e le idee. Tutto. Ma c’è una cosa più brutta della guerra ed è l’indifferenza. Voi ricordate a noi che esiste un mondo che non è rimasto indifferente e la vostra presenza ci fa sperare che possiamo vincere questo male che è la guerra».
Giornali e TV hanno parlato molto del fatto che i 110 pacifisti del Mean andati a celebrare il “Giubileo della Speranza in Ucraina” si siano poi trovati, sulla strada del ritorno, bloccati dentro a un treno nella stazione di Leopoli mentre, a poca distanza da lì, i russi sferravano un attacco missilistico senza precedenti nell’Ovest del Paese e gli ucraini si difendevano con la contraerea. Sono stati momenti di paura, che gli attivisti del Mean hanno vissuto per una sola volta nella loro vita, ma che gli ucraini vivono quasi quotidianamente da più di tre anni. L’attacco, purtroppo, ha causato la morte di una famiglia di quattro persone, tra cui una ragazza di 15 anni. La drammaticità di questo momento specifico è rimbalzata ovunque, e ha fatto conoscere il Mean anche a chi non ne aveva mai sentito parlare. Ma questo è positivo solo da un certo punto di vista, perché rischia di mettere in ombra i contenuti delle tante iniziative svolte in Ucraina in occasione di questa quattordicesima missione, tra le quali, per l’appunto, il Giubileo degli Artisti con il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto.
Hanno contribuito alla realizzazione tecnica dell’evento artistico Doriano Zurlo per il Mean, Allessandro Alliaudi, ambasciatore del Terzo Paradiso, e Maria Osinska per l’Università Beketov di Kharkiv.
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