Innovazione tecnologica

Allacciate le cinture, anche con una cicatrice sul petto

Ford e Fondazione Ant presentano la Ford SupportBelt, al suo debutto in Italia. Si tratta di un dispositivo da applicare alla cintura di sicurezza in modo da garantire comfort anche a chi ha subito mastectomie o interventi al torace o all'addome. I primi cento pezzi saranno distribuiti attraverso Ant

di Claudia Balbi

cintura

Spesso a seguito di una mastectomia o di un’operazione chirurgica alcuni gesti semplici come allacciarsi la cintura in auto diventano impossibili o molto dolorosi. Il disagio può essere tale che, in Italia, in questi casi è anche prevista una deroga all’obbligo di indossare la cintura, che però significa rinunciare alla propria sicurezza nei tragitti in macchina. 

Ant, associazione bolognese che dal 1978 fornisce assistenza medico specialistica domiciliare ai pazienti oncologici e offre progetti di prevenzione, ha da poco presentato un nuovo dispositivo che se agganciato alla cintura di sicurezza permette di avvertire meno dolore e pressione in fase post intervento. Si tratta di un copri-cintura ricoperto di morbida imbottitura, sagomata e realizzata in schiuma flessibile. Il dispositivo si applica facilmente alla cintura di sicurezza tramite velcro, fornendo un’imbottitura che allevia la pressione sul corpo. La struttura traspirante poi previene irritazioni e fastidi ed è versatile perché può essere utilizzata sia sulla cintura a spalla sia su quella addominale. Un modo per i malati oncologici e non solo per non dover più rinunciare a comfort e sicurezza.

La SupportBelt, questo il nome del copri-cintura lanciato da Ford per la prima volta in Italia nell’auditorium del centro nazionale Ant, è stata donata dalla casa d’auto all’associazione che curerà la distribuzione dei primi cento pezzi alla propria rete di volontari, i quali porteranno comfort e sicurezza a chi ne ha più bisogno. 

Fabrizio Faltoni, amministratore delegato di Ford Italia e Raffaella Pannuti, presidente Ant
Fabrizio Faltoni, amministratore delegato di Ford Italia e Raffaella Pannuti, presidente Ant

Una soluzione che, come spesso accade, è stata trovata da chi ha sperimentato il problema in prima persona: ad inventare la Ford SupportBelt è stata infatti una ingegnera della nota casa d’auto americana che, come racconta Fabrizio Faltoni, amministratore delegato di Ford Italia, «a seguito di un tumore al seno e una mastectomia ha studiato un modo per guidare la macchina senza rinunciare alla sicurezza». Sviluppata da un team apposito dedicato alla accessibilità, dopo aver superato rigorosi crash test, la SupportBelt è oggi l’unica soluzione di questo tipo progettata e validata da una casa automobilistica. La produzione del dispositivo è negli States, ma dato che il brevetto della SupportBelt è aperto se si trovasse un produttore potrebbe iniziare ad essere distribuito anche in Italia. Un appello che è stato lanciato proprio in occasione della presentazione bolognese dall’ad Faltoni : «Se c’è qualche azienda interessata, si faccia avanti». 

«Assistere i pazienti a 360 gradi, per noi, vuol dire anche essere aperti all’utilizzo di soluzioni innovative studiate dai nostri partner, in particolare quando, come nel caso della SupportBelt, si parla di strumenti volti al miglioramento immediato della loro qualità di vita», ha commentato la presidente della Fondazione Ant, Raffaella Pannuti.

Foto da ufficio stampa Ant

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