Fashion & Csr
Cucinelli scende, il fondo speculativo sale: non tutto torna
L’attacco dell'hedge fund Pertento partners e della neonata società di ricerca Morpheus ha fatto crollare le azioni della maison umbra. La replica alle accuse di aver eluso le sanzioni europee, continuando a vendere in Russia, anziché diminuirle come dichiarato, è secca: abbiamo rispettato le regole. Ma in questa faccenda potrebbe centrare la vendita allo scoperto di azioni, non il social washing
Giovedì 25 settembre, in piena Fashion week milanese, le azioni in borsa di Brunello Cucinelli sono state sospese per eccesso di ribasso. Il loro valore era sceso del 17% dopo una prima sospensione. Come rilevato dalle cronache, il crollo è seguito a un duplice attacco ai danni della maison umbra. Il primo, risalente ad alcuni giorni prima e riportato dal Financial Times, è ad opera di Pertento partners, un hedge fund londinese noto anche per le sue strategie di vendita allo scoperto (short selling). Il secondo è firmato dalla società di ricerca e analisi finanziarie Morpheus: nata alcuni mesi fa, ha all’attivo quattro o cinque report su altrettante società di settori che vanno dall’energia, alla tecnologia al minerario.
Accuse pesanti
In sostanza, le due società, in maniera parallela e senza apparenti contatti tra loro, hanno accusato Cucinelli di non aver ridotto le vendite in Russia, violando così le sanzioni dell’Unione europea. In seguito all’invasione russa dell’Ucraina, l’Ue ha infatti vietato l’esportazione di beni di lusso di valore superiore a 300 euro verso la Russia, il che renderebbe quasi del tutto impossibile la vendita di capi di alta moda nel Paese. Se verificato, questo fatto sarebbe in piena contraddizione, oltre che con le norme, anche con lo spirito solidaristico che contraddistingue la persona e il brand Cucinelli nel mondo, accusa Morpheus.

Cashmere alla russa
In sintesi, le accuse vertono su tre aspetti. Il primo riguarda «gli ingenti affari in corso di Brunello Cucinelli in Russia», che smentirebbero le dichiarazioni dell’azienda di aver ridotto drasticamente l’attività in Russia, passando dal 9 al 2%. Il secondo riguarda l’azienda Mercury Group, «attraverso il quale continuano a fluire ingenti volumi di beni di lusso verso la Russia, molti dei quali venduti per l’equivalente di migliaia di euro». Il terzo riguarda l’accusa di aver utilizzato «oscuri intermediari» di paesi quali Lituania, Cina e Iran per eludere le sanzioni e immettere propri prodotti sul mercato interno russo.
Spifferi e bilanci
Morpheus nel suo comunicato spiega di aver raccolto le prove anche grazie a «interviste con ex dipendenti e partner di Cucinelli» affiancate ad «un’analisi approfondita dei dati commerciali e visite ai negozi russi di Cucinelli», ritenendo di aver scoperto che «Cucinelli continua a gestire diversi negozi a Mosca con un’ampia offerta di articoli a prezzi che superano le migliaia di euro».

La replica
La risposta alle accuse di Pertento e Morpheus – verso la quale la stessa Cucinelli ha dichiarato di valutare azioni legali – ha toccato vari aspetti. Anzitutto, afferma la società in una nota, con la scelta fatta all’inizio del conflitto di mantenere inalterata la struttura locale «continuando a garantire salari pieni ai dipendenti e venditori e onorare i contratti di affitto, come sempre fatto in ogni parte del mondo anche in situazioni straordinarie».
Al dettaglio
Sul piano pratico, continua la nota «attualmente il nostro personale offre, su richiesta dei clienti finali, un servizio di assistenza all’interno del nostro showroom. Il prodotto utilizzato è quello regolarmente spedito in Russia entro i limiti stabiliti dall’Unione europea e la parte residuale dell’inventario consegnato prima dell’introduzione delle sanzioni. In questo modo siamo in grado di generare localmente le risorse necessarie per sostenere stipendi e affitti».
Controlli
Riguardo al tema degli gli spazi dedicati al marchio «all’interno di più ampie strutture multi-brand» Cucinelli specifica che questi rimangono operativi: «Con i partner wholesale agiamo nel pieno rispetto delle regole comunitarie fornendo loro solo la parte di collezione consentita entro i limiti di valore fissati. Le verifiche effettuate dall’Agenzia delle Dogane italiane hanno accertato il pieno rispetto delle procedure così come non sono state rilevate segnalazioni da autorità doganali straniere che potessero prefigurare triangolazioni commerciali».

I contro-numeri
Tornando ai numeri, la conclusione di Cucinelli è questa: «L’incidenza del mercato russo sul nostro fatturato si è ridotta di oltre due terzi rispetto al 2021 risultando oggi intorno al 2%. Il valore delle esportazioni verso la nostra filiale russa è passato dai 16 milioni di euro del 2021 ai cinque milioni euro del 2024; dati questi disponibili ogni anno nel nostro bilancio. Crediamo che questi valori possano risultare esaustivi nel dimensionare correttamente questo argomento e nell’escludere anche qualsiasi ipotesi su un utilizzo del mercato russo per la riduzione del magazzino e lo smaltimento delle rimanenze».
Chi è chi
Il mondo della moda nel suo complesso ha ben più di un problema riguardo alla gestione della supply chain, al greenwashing e alla dignità del lavoro. Lo confermava lo stesso numero di VITA dello scorso ottobre.
Tuttavia, più di qualche dubbio sulla consistenza delle accuse specifiche rivolte a Cucinelli resta. Riguardano più che altro i soggetti da cui sono arrivate con un certo tempismo e in un momento di grande visibilità del marchio messo sotto inchiesta. Morpheus è una società di analisi finanziarie di cui si sa solo che è nata quest’anno. Riguardo a Pertento, vale ciò che scrive Borsaitaliana.it: «Dopo aver superato lo 0,5% di corto netto già a luglio, Pertento ha progressivamente aumentato l’esposizione fino alla prima settimana di settembre (arrivando intorno all’1,5%), per poi scendere progressivamente».
Occhio agli interessi
Le vendite allo scoperto consistono, appunto, nel vendere titoli presi in prestito da intermediari finanziari, con un guadagno che si realizza solo se il loro prezzo cala. I fondi alternativi come Pertento, perciò, fanno il loro lavoro. È nella loro facoltà pianificare le vendite anche in prossimità della pubblicazione di report, a patto naturalmente di non divulgare false informazioni. Ma è giusto anche mantenere uno sguardo critico verso operazioni del genere, soprattutto quando vanno a depauperare, in un pomeriggio, valori costruiti negli anni.
La foto in apertura, di Giampaolo Cerri, mostra Brunello Cucinelli , fondatore del gruppo omonimo, nel suo studio all’intenro stabilimento di Corciano (Pg), con alle spalle i ritratti di Papa Francesco, Pepe Mujica, Roberto Benigni.
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