Lavoro sociale

Da Fondazione Cariplo una chiamata a “prendersi cura di chi cura”

Un Quaderno di ricerca e un evento il prossimo mercoledì 29 ottobre portano al centro della riflessione l’affanno del Terzo Settore nell’attrarre e mantenere competenze di qualità nella risposta al bisogno crescente di professionisti della cura. E le possibili strategie per nuovi strumenti e modelli di sviluppo.

di Redazione

A fronte di un contesto sociale che ha sempre più bisogno di cura, dall’invecchiamento della popolazione alle fragilità, fino all’emergere di bisogni speciali sempre più diffusi nell’infanzia e nell’adolescenza, lo stato di salute delle diverse professionalità che operano nel “care” – dall’ambito socio-assistenziale all’educativo e pedagogico, dallo psicologico al socio socio-sanitario – non sembra avere quella robustezza e quella capacità di risposta che le sfide dell’oggi e del prossimo futuro richiedono. 

In particolare, emergono le difficoltà del Terzo settore, che fatica ad attrarre e trattenere professioniste e professionisti e subisce gli impatti negativi di un elevato turnover e di un mismatch tra profili richiesti e offerta disponibile.

Come fare, quali strategie mettere in campo, quali interventi di rete si possono sviluppare per “prendersi cura di chi cura”?

Parte da questa domanda, che diventa anche titolo e appello, la mattinata di lavori, analisi e confronto a più voci promossa da Fondazione Cariplo in collaborazione con Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore (FSVGDA) e con VITA come media partner, dal titolo Prendersi cura di chi cura. Quali trasformazioni culturali e organizzative per attrarre e sostenere competenze nel nonprofit?”. L’appuntamento è per mercoledì 29 ottobre, a partire dalle ore 9.30, a Milano (presso Mosso, via Angelo Mosso, 3). Qui il programma e i relatori che interverranno, oltre alle modalità per partecipare in presenza.

Il confronto parte dalle evidenze raccolte nel Quaderno di ricerca n. 52, curato dall’Evaluation Lab di Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore per conto di Fondazione Cariplo (scaricabile gratuitamente qui) che fotografa un mercato del lavoro delle professioni di cura in forte tensione: da un lato, la domanda di psicologi, educatori e assistenti sociali è in costante crescita, dall’altro l’offerta che il Terzo settore riesce a mettere in campo fatica a tenere il passo, complici il fabbisogno di personale del settore Pubblico e condizioni contrattuali spesso poco attrattive.

I dati che emergono dalla ricerca evidenziano chiaramente quali sono le criticità: stipendi più bassi, carichi di lavoro elevati, limitate prospettive di crescita e una percezione sociale ancora debole del “valore della cura” sono fattori che rendono complesso attrarre giovani professionisti e trattenere personale con esperienza.

La mattinata, moderata da Sara De Carli, caporedattrice di VITA, è organizzata in tre panel di discussione che consentono di approfondire, attraverso le competenze e le esperienze concrete di esperti e operatori, tre prospettive di interpretazione e di sviluppo del fenomeno. Il primo panel, “Un valore (s)conosciuto”, affronterà le dimensioni culturali, economiche e di genere del lavoro sociale; il secondo, intitolato “Dal sapere al saper fare”, metterà al centro della discussione lo sviluppo di competenze specialistiche e trasversali tra formazione accademica e mondo del lavoro; il terzo panel, “Utili in tempo utile”, si concentrerà infine sul protagonismo giovanile e la necessità di transizioni generazionali nelle organizzazioni. 

Obiettivo del confronto è quello di gettare uno sguardo in avanti, definendo proposte concrete per un’evoluzione positiva.

La ricerca non solo conferma la necessità di competenze elevate nelle professioni di cura e di conseguenza di un equo riconoscimento retributivo, ma fa emergere la necessità di una riconsiderazione profonda del significato e dell’organizzazione del lavoro. Anche di quello di cura, il cui valore intrinseco non è più sufficiente

Valeria Negrini, vice presidente di Fondazione Cariplo

Come scrive nella Prefazione al Quaderno Valeria Negrini, vice presidente di Fondazione Cariplo, che aprirà i lavori di mercoledì 29, il percorso promosso dalla Fondazione con la ricerca e con questo momento di confronto aperto rappresentano una possibilità «di suscitare e alimentare ulteriori dibattiti e riflessioni, perché non solo si conferma la necessità di competenze elevate nelle professioni di cura, e di conseguenza di un equo riconoscimento retributivo, ma data la dissonanza occupazionale emerge anche la necessità di una riconsiderazione profonda del significato e dell’organizzazione del lavoro. Anche di quello di cura, il cui valore intrinseco non è più sufficiente. Una nuova cultura del lavoro in grado di dare libero sviluppo alle individualità, all’intrapresa; capace di offrire senso e direzione in un contesto sociale frammentato; che consenta di immaginarsi attori e protagonisti di un futuro che non coincide solo con quello dell’organizzazione di cui si fa parte”. 

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