Volontariato

E chiamparino restò fuori dal torino

Il sindaco si diede da fare per salvare i granata. Ma oggi il suo Comune non conta niente in societ

di Redazione

Azionariato popolare per le squadre di calcio. Un?idea che deve stare molto cara al sindaco di Torino, Sergio Chiamparino che nell?arco del suo mandato ha avuto il curioso record di dover far fronte alla crisi verticale delle due squadre di calcio della città. Ma è un?idea che è rimasta solo un?idea. Basta rileggere oggi la storia di un anno fa, quando la Torino granata venne sconvolta dal crack finanziario della squadra. Fu un agosto torrido per il sindaco nella città svuotata dai vacanzieri ma in pieno subbuglio: dal Filadelfia gli ultras minacciavano la guerriglia pur di cacciare Luca Giovannone, l?imprenditore ciociaro che con un colpo di mano si era aggiudicato il 51% del Torino.
Il club era alla deriva per il fallimento dell?ex patron Franco Cimminelli e a un passo dal venir inghiottito nelle categorie minori. Chiamparino venne preso in contropiede: aveva infatti promosso una cordata di ?lodisti? per salvare il Toro (dal lodo Petrucci, pensato per salvare le squadre delle grandi città dal baratro delle serie minori). Giovannone, titolare di una società di ?importazione di infermieri? in Italia, aveva conquistato la maggioranza. Nel frattempo il sindaco aveva firmato una sponsorizzazione biennale da 2,4 milioni di euro della Società Acque Metropolitane per mettere benzina nei motori della società. Il tutto fino alla manovra di arrembaggio di Urbano Cairo, il presidente di Cairo Communications, gruppo editoriale quotato in Borsa e gradito dalla piazza per la sua sbandierata fede granata. Ovviamente Cairo non ha nessuna intenzione di aprire a un azionariato popolare e, anzi, lascia fuori dalla porta il rappresentante del Comune che avrebbe dovuto far parte o del cda o del comitato di controllo.
Eppure il Comune e il suo primo cittadino si erano esposti per la salvezza della squadra, al punto da metter mano al portafoglio per garantire una sponsorizzazione. Oggi Chiamparino ripete le stesse promesse: «Già un anno fa, quando mi occupai del Toro, dissi che bisognava cambiare le regole e rendere possibile operare nel calcio anche per le società non profit». Allora alle parole non seguirono fatti. Con la Juve che accadrà?

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