Giovani
Giovani leader per la pace. Con l’aiuto dell’intelligenza artificiale
Taglio del nastro, a Roma, per il comitato giovani di UN Women, composto da ragazzi e ragazze tra i 19 e i 34 anni: studenti, ricercatori, professionisti, giornalisti e attivisti. L’obiettivo: elaborare proposte per rispondere alle sfide più urgenti, a partire da parità di genere, violenza sulle donne e, naturalmente, costruzione di pace e giustizia. L’iniziativa è sostenuta e ospitata da Deloitte
La pace, proprio come il futuro, è nella mani dei giovani: e l’intelligenza artificiale, se ben utilizzata, può essere una vera e propria “arma non violenza” nel superamento non solo delle guerre, ma anche delle diseguaglianze e delle ingiustizie che ne sono all’origine.
Da questo tema e da questa sfida ha preso il via oggi, ufficialmente, il Comitato giovani di UN Women Italy, lanciato presso la sede di Deloitte, tra i principali partner dell’iniziativa e che proprio al tema dei giovani ha dedicato una recente indagine.
UN Women Italy è il Comitato nazionale, nato nel giugno 2024 per sostenere nel nostro Paese la missione di UN Women, l’agenzia delle Nazioni Unite dedicata alla promozione dei diritti delle donne, dell’uguaglianza di genere e dell’empowerment femminile.
Il comitato giovani è composto da ragazzi e ragazze tra i 19 e i 34 anni: studenti, ricercatori, professionisti, giornalisti e attivisti. L’obiettivo è ambizioso: elaborare proposte concrete per rispondere alle sfide più urgenti, che interrogano soprattutto i giovani ma, con loro, anche gli adulti: in testa la parità di genere, la violenza sulle donne e l’accesso al mondo del lavoro.
Giovani e IA, alleati per la pace
Ad introdurre la mattinata è stata Silvana Perfetti, presidente di Deloitte Central Mediterranean (Italia, Grecia e Malta): «Da anni in Deloitte promuoviamo iniziative volte a favorire la parità di genere, contrastare ogni forma di violenza contro le donne e sostenere l’ingresso e la crescita delle professioniste nel mondo del lavoro, fuori e dentro al nostro network», ha detto. «Il nostro sostegno a UN Women Italy va esattamente in questa direzione: per costruire un’economia competitiva e una società inclusiva dobbiamo valorizzare il talento delle donne e dei giovani, molti dei quali continuano a lasciare l’Italia, portando con sé competenze critiche per il futuro del nostro Paese. In un contesto sempre più segnato dall’innovazione tecnologica, inoltre, vogliamo ribadire il nostro impegno per promuovere l’accesso delle ragazze alle competenze STEM: solo includendo tutte le energie e i talenti potremo orientare la trasformazione tecnologica in modo responsabile e sostenibile», ha spiegato.
Il tema centrale della giornata è stato quindi affrontato da Darya Majidi, presidente UNWI, che ha esordito con una cattiva notizia: «Nessuno degli obiettivi di sviluppo sostenibile 2023 sarà raggiunto. 80 anni dopo la nascita dell’Onu, ci sono 61 conflitti attivi, il doppio rispetto a 10 anni fa. Non solo: si torna a parlare di razze, etnie, movimenti nazifascisti. Gli Stati Uniti sono “divisi” e si investe sempre di più nelle armi. Io sono iraniana e ho vissuto sulla mia pelle come si possano perdere tutti i diritti in pochi mesi».

Majidi ha poi ricordato che «il 70% dei 700 milioni di poveri nel mondo sono donne. Ogni 11 minuti avviene un femminicidio. Ci vorranno 123 anni per raggiungere la parità di genere, se non faremo niente. Per questo, come Unwi, abbiamo scelto temi strategici: equità al lavoro, giovani protagonisti, uomini alleati e stop alla violenza». Sono i temi intorno ai quali si sono articolati i lavori e gli interventi della mattinata. «Vogliamo che i ragazzi, sommati alle tecnologie, facciano la differenza. Le tecnologie sono fattori esponenziali, non lineari: se riusciremo a usarli in modo efficace, impatteremo sui modelli e sui processi in modo veloce ed efficace».
Il ruolo dei giovani nei processi di pace è stato evidenziato anche da Luca Fratini, Coordinatore di Agenda ONU Donne, Giovani, Pace e Sicurezza: «Viviamo un tempo fragile, in cui la parola pace è spesso un contenitore vuoto», ha detto. «L’Agenda Giovani pace e sicurezza sta per compiere 10 anni: ha riconosciuto per la prima volta ai giovani un ruolo attivo nella prevenzione di conflitti. Anche in Italia avremo quanto prima un “Piano nazionale Giovani, pace e sicurezza”, da cui ci aspettiamo grandi passi avanti verso la pace, con i giovani e grazie ai giovani».
Giovani che parlano ai giovani
Il Comitato, che oggi prende ufficialmente il via ma ha già mosso i suoi primi passi, offre uno spazio in cui i giovani possano rivolgersi ai giovani (e ai non più giovani) utilizzando il proprio linguaggio. Le piattaforme social saranno quindi il luogo di incontro privilegiato. Numerosi i progetti in cantiere: dalla prevenzione della violenza, inclusa quella digitale, al superamento degli stereotipi di genere, passando per l’uguaglianza di genere in famiglia, nelle scuole e nel mondo del lavoro. Senza dimenticare l’occupazione, l’università, la ricerca, i giovani cervelli espatriati e la partecipazione delle ragazze ai percorsi di studi stem (scienza e innovazione).
La seconda parte della mattinata è stata dedicata agli approfondimenti su quattro tematiche identificate come centrali e strategiche nel percorso di cambiamento che i giovani stanno immaginando: uomini, lavoro, violenza e ruolo dei media, sempre con un’attenzione specifica alla funzione che l’intelligenza artificiale può svolgere nel superamento delle criticità e il raggiungimento degli obiettivi definiti. A tutti i tavoli sono intervenuti i ragazzi e le ragazze del comitato, che hanno portato il proprio contributo critico e costruttivo, le loro idee e soprattutto la fiducia, la speranza e il diritto di credere che un futuro di pace e giustizia non solo è possibile, ma è già cominciato.
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