Idee Dialogo mancato

Se l’ambasciata di Israele rifiuta la nostra lettera per la pace

L'amarezza del presidente dell'associazione Don Bosco 2000 che, in seguito alla manifestazione "Insieme per Gaza" promossa assieme ad altre organizzazioni a Piazza Armerina, in Sicilia, si è vista rispedire al mittente il messaggio inviato all'indirizzo dell'ambasciatore Jonathan Peled

di Agostino Sella

Lo scorso 29 settembre oltre 2mila persone si sono ritrovate a Piazza Armerina, in Sicilia, per la manifestazione Insieme per Gaza, promossa da Don Bosco 2000 insieme, associazioni e istituzioni locali. Un corteo pacifico e partecipato, attraversato dal silenzio e dal dolore per le vittime civili, con un obiettivo semplice e universale: chiedere la fine dei bombardamenti, la tutela dei bambini innocenti e il ritorno al dialogo.

Il corteo e la lettera

Durante la manifestazione è stata inviata una lettera ufficiale a S.E. Jonathan Peled, Ambasciatore di Israele in Italia e San Marino, firmata dalla nostra comunità, con parole di rispetto e di speranza, chiedendo soltanto di aprire un confronto umano, non politico. Oggi apprendiamo che quella lettera è stata rifiutata e rispedita al mittente. Lo conferma il sistema di tracciamento della corrispondenza. Come presidente di Don Bosco 2000, ritengo questo gesto un fatto grave e offensivo. Un rifiuto non solo rivolto alla nostra associazione, ma al dialogo, alla pace e a tutte le persone che credono nel valore dell’incontro. Quando il mondo ha bisogno di ponti, si scelgono ancora i muri.

Peres e Arafat

Come ricordava Shimon Peres, premio Nobel per la pace: «La pace con i palestinesi aprirà i porti della pace in tutto il Mediterraneo. Senza libertà non può esserci una pace reale». E come disse Yasser Arafat nel suo storico discorso all’Onu del 1974: «Sono venuto con un ramoscello d’ulivo e un fucile da combattente per la libertà. Non lasciate che il ramoscello d’ulivo cada dalla mia mano». Parole che, a cinquant’anni di distanza, restano un monito per tutti: la pace non si impone, si costruisce insieme.

Segnale importante

La comunità siciliana e italiana che ha manifestato a Piazza Armerina rappresenta migliaia di donne e uomini che credono ancora nella forza della pace, del rispetto e dell’umanità. Chi scende in piazza per chiedere dialogo non è un nemico, ma un costruttore di futuro. Perché la pace non è solo un sogno: è un dovere civile. Oggi, mentre si celebra un accordo di pace tra Israele e la Palestina, è intollerabile constatare che continuano a calare bombe sulla popolazione civile di Gaza. L’accordo è un segnale importante, ma va messo in pratica. Auspichiamo che Israele colga questa occasione per cambiare rotta, per aprirsi davvero al dialogo, per restituire dignità e speranza a chi da anni vive sotto il peso della guerra.

In apertura, una foto della manifestazione di Piazza Armerina (Enna) del 29 settembre 2025, foto dall’ufficio stampa Don Bosco 2000

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