Indice di fiducia

Il 54% dei giovani resta ottimista nonostante le criticità su lavoro e formazione

I dati dell’ottava rilevazione realizzata dal Consiglio nazionale dei giovani con l'Istituto Piepoli. Crescono speranza e fiducia verso economia, cultura e nuove tecnologie. In un anno diminuisce del 13% il gradimento verso l’Ue. «I ragazzi tornano a credere nel futuro, ma chiedono risposte solide su stabilità lavorativa, qualità degli stipendi e parità di genere», commenta Maria Cristina Pisani, presidente del Cng

di Redazione

Positivi rispetto al futuro. È questo il sentiment dei giovani italiani: due su tre si dicono fiduciosi e la maggioranza guarda ai prossimi anni con ottimismo e speranza. Tuttavia, le incertezze determinate dalla situazione internazionale e da una serie di condizioni che incidono sulla loro vita quotidiana (dal lavoro alla formazione, dal costo della vita alla stabilità sociale) continuano a generare una percezione complessa, sospesa tra fiducia e preoccupazione.

La rilevazione

È quanto emerge dall’ottava rilevazione dell’Indice di Fiducia dei Giovani, realizzata dal Consiglio Nazionale dei Giovani con il supporto scientifico dell’Istituto Piepoli.
A settembre 2025 l’indice, che tiene conto di 15 diversi indicatori, registra un valore complessivo di 66,2 punti, stabile nella fascia medio-alta di fiducia. Rispetto all’ultima rilevazione (giugno 2025) crescono i sentimenti positivi (63%, +4%) e aumenta la speranza (+2%), mentre calano amarezza (-2%) e paura (-2%).

L’ottimismo verso il futuro resta solido al 54%. Sul fronte dell’economia la fiducia registra un saldo positivo di +20 punti, in lieve aumento (+2) rispetto a giugno, mentre si conferma stabile la fiducia sull’equilibrio vita-lavoro, che con il 41% fa registrare il livello più alto dall’inizio delle rilevazioni.

Aperti al cambiamento

Particolarmente significativi i segnali di apertura verso il cambiamento. La fiducia nell’intelligenza artificiale cresce di dieci punti rispetto a giugno, (saldo positivo +34%), segno di una generazione sempre più pronta a leggere l’innovazione come leva di crescita. Allo stesso modo, l’importanza attribuita alla cultura torna a salire al 71% (+2%), confermando il ruolo centrale dell’accesso a libri, eventi e spettacoli come fattore di benessere e coesione sociale.

«I dati di questa rilevazione ci consegnano un segnale importante: i giovani italiani guardano avanti con fiducia, si mostrano aperti al cambiamento e pronti a costruire il proprio futuro con consapevolezza», sottolinea Maria Cristina Pisani, presidente del Consiglio nazionale dei Giovani.

«Crescono la speranza, la fiducia nell’economia, l’interesse per la cultura e la propensione a considerare l’innovazione e le nuove tecnologie come strumenti di progresso e inclusione. È il ritratto di una generazione che, pur in un contesto complesso, sceglie di reagire con ottimismo e determinazione, dimostrando una straordinaria capacità di adattamento e di resilienza» sottolinea ancora Pisani.

Le criticità

Qualche criticità emerge rispetto all’occupazione con l’84% dei giovani che ritiene che le proprie condizioni economiche dipendano dalla propria famiglia anche per poter completare gli studi, evidenziando come i compensi ricevuti non siano adeguati né ai bisogni né alla quantità di lavoro richiesta.  
Stesse criticità emergono rispetto alla percezione della condizione di genere. Nonostante un miglioramento del 3% rispetto alla rilevazione precedente, l’indice di misurazione della percezione della diseguaglianza di genere resta alto in termini assoluti: il 61% delle persone intervistate reputa, infatti, che le condizioni delle donne siano peggiori rispetto a quelle degli uomini.

Cala la fiducia nell’Unione europea

In calo anche la fiducia nei confronti dell’Unione europea che, pure rimanendo tendenzialmente alta (63%), è diminuita del 13% negli ultimi 12 mesi.
Stessa dinamica per la fiducia nei confronti del sistema educativo (60%), diminuita del 18% rispetto a settembre 2024. E resta bassa anche la percezione dell’adeguatezza degli stipendi (29%), mentre cresce dell’1%, raggiungendo quota 85%, l’importanza di un lavoro stabile per costruire il proprio futuro.

«Restano sullo sfondo alcune incertezze legate al futuro del lavoro, alla qualità degli stipendi e alle disparità di genere», conclude Pisani. «È un equilibrio fragile, che richiede ascolto e risposte tempestive. I giovani chiedono strumenti concreti per costruire la loro esistenza. È compito di tutti e delle istituzioni trasformare questa fiducia in opportunità, sostenendo il capitale umano e valorizzando le energie migliori del Paese».

In apertura photo by Vitaly Gariev on Unsplash

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