Fisco & Terzo settore

Il Governo risponde alla campagna “5 per mille, ma per davvero”: tetto alzato a 610 milioni

Previsto nel testo base della legge di Bilancio 2026 l'innalzamento di 85 milioni di euro del budget per il 5 per mille. Un adeguamento importante che arriva a valle della mobilitazione di VITA e di 67 importanti organizzazioni del Terzo settore. Il tetto però non è eliminato

di Stefano Arduini

Il testo base della legge di Bilancio 2026 licenziata dal Consiglio dei ministri di venerdì all’articolo 10 prevede l’innalzamento del tetto del 5 per mille a 610 milioni di euro. Così il Governo risponde all’appello di VITA e di 67 grandi organizzazioni del Terzo settore che hanno promosso la campagna “5 per mille, ma per davvero” chiedendo il superamento del tetto del 5 per mille. Per ora non si può parlare di superamento, ma di adeguamento. La decisione del Governo Meloni va però nella giusta direzione per mettere in sicurezza questo fondamentale istituto di sussidiarietà fiscale.

Così recita dunque l’articolo 10 della legge di Bilancio che nelle prossime ore sarà trasmessa al Parlamento per l’avvio dell’iter in vista dell’approvazione definitiva di dicembre.

ART. 10.
(Adeguamento dell’autorizzazione di spesa relativa alla quota cinque per mille)

  1. All’articolo 1, comma 154, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, il quinto periodo è sostituito dal seguente: «Per la liquidazione della quota del cinque per mille è autorizzata la spesa di 500 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2015 al 2019, di 510 milioni di euro per l’anno 2020, di 520 milioni di euro per l’anno 2021, di 525 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2022 al 2025 e di 610 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2026».

Si tratta qundi di un iniziale e sostanziale segno di rispetto per la volontà di milioni di cittadini e riconoscimento del ruolo svolto dal Terzo settore nella società. Un risultato, ottenuto grazie alla mobilitazione di 67 organizzazioni del Terzo settore e di VITA; si tratta infatti del primo aumento significativo del tetto dal 2013. Garantire che tutte le risorse destinate con il 5 per mille arrivino davvero agli enti beneficiari è fondamentale: come abbiamo raccontato il questi mesi la mancata erogazione di questi fondi ha un impatto concreto su progetti di ricerca, assistenza e inclusione sociale, perché si tratta di risorse che non possono essere compensate in altro modo.

Nel corso dei numerosi incontri che abbiamo avuto con referenti istituzionali e parlamentari per sensibilizzarli sul tema abbiamo, vale la pena sottolinearlo, sempre riscontrato grande attenzione tanto da parte della maggioranza quanto dell’opposizione. Ringraziamo quindi tutti per la sensibilità dimostrata a questa importante istanza che viene dalla società tutta. Rimane, tuttavia, un primo passo: è necessario monitorare che quanto previsto in bozza sia approvato e divenga legge dello Stato e, in prospettiva, continuare a sensibilizzare le istituzioni affinché il tetto sia eliminato in via definitiva, come nella logica della sussidiarietà fiscale e dello spirito istitutivo del 5 per mille.

In base alle proiezioni (che presenteremo in Senato, vedi locandina qui sopra) infatti, 610 milioni di euro andranno a coprire la capienza del 5 per mille 2025 (su redditi 2024 che sarà liquidato nel 2026). Mentre rimane un budget inferiore alle proiezioni per gli anni successivi. Insomma il lavoro non è finito.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.