I luoghi in cui li incrociamo di solito sono i bar, i ristoranti e i lidi balneari. Tanti, tanti altri, sfuggono invece allo sguardo dei più. Perché sono all’opera in una fabbrichetta oppure nei campi a raccogliere pesche, se è estate, o mele e mandarini, se è già sceso l’inverno. Non, insomma, dove ci aspetteremmo di trovarli: seduti ai banchi di scuola o alla scrivania di casa a studiare o a spasso con i coetanei come sarebbe normale alla loro età. Sono i minori che lavorano, ragazzi fra i 15 e i 18 anni non compiuti. E sono sempre di più, come documenta il terzo rapporto statistico Lavoro minorile in Italia: rischi, infortuni e sicurezza sui luoghi di lavoro realizzato per l’Unicef dal Laboratorio di Sanità pubblica per l’analisi dei bisogni di salute della comunità del dipartimento di Medicina, Chirurgia e Odontoiatria “Scuola Medica Salernitana” dell’Università degli Studi di Salerno.
Uno studio importante perché analizza il lavoro legale sulla base dei dati estrapolati dai database pubblici di Istat e Inps e allo stesso tempo innovativo perché riporta per la prima volta le informazioni Inail sulle denunce di infortunio e sugli infortuni con esito mortale nella popolazione degli assicurati non ancora maggiorenni (l’età minima per lavorare è 16 anni ma si può iniziare a 15 nel caso dell’apprendistato finalizzato al conseguimento di una qualifica professionale). VITA commentato le cifre del rapporto con il professor Domenico Della Porta, coordinatore dell’Osservatorio Unicef per la prevenzione dei danni alla salute da lavoro, e con Raffaella Dispenza, vice presidente nazionale Acli. La presentazione del report è stata dedicata alla memoria di Anna Chiti, la studentessa 17enne morta a Venezia a maggio scorso al suo primo giorno di lavoro in seguito a un incidente in barca. Un evento purtroppo nient’affatto raro. Come dimostrano i numeri della ricerca Unicef, nel periodo 2019-2023 le denunce totali di infortunio con esito mortale sono state in totale 84 (11 nella fascia di età minori di 14; 73 in quella 15-19 anni). Di questi, gli infortuni accertati positivi con esito mortale sul lavoro (in quanto definiti con decisione istruttoria) sono stati 46, di cui 2 tra i minori di 15 anni e 44 nella fascia di età 15-19 anni.

Contenuto riservato agli utenti abbonati
Abbònati a VITA per leggere il magazine e accedere a contenuti e funzionalità esclusive
Hai già un abbonamento attivo? Accedi

