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Insegnanti di sostegno, la formazione di qualità non può più attendere
La Fish guarda con perplessità la proposta di slittamento del termine dei "mini-corsi" per la formazione degli insegnanti di sostegno, dal dicembre 2025 al dicembre 2026. E audita sulla proposta del docente per l’inclusione torna a proporre l'idea di una cattedra dedicata per il sostegno. Il presidente Vincenzo Falabella: «La qualità dell’inclusione scolastica dipende in larga misura dalla qualità della formazione dei docenti. Urgente creare percorsi solidi e continuativi»
I nuovi percorsi di formazione e specializzazione per gli insegnanti di sostegno, quelli introdotti in via emergenziale dal ministro Giuseppe Valditara con la legge 29 luglio 2024, n. 106, potrebbero avere una finestra più ampia e concludersi a dicembre 2026: è quanto previsto dagli emendamenti presentati agli articoli 6 e 7 del decreto legge 71/2024, il quale fissava invece la scadenza al 31 dicembre 2025. Da quel momento in poi, non sarebbe stato più possibile ottenere la specializzazione per il sostegno attraverso i percorsi attivati da Indire (ne avevamo scritto qui), in modalità prevalentemente asincrona.
La notizia suscita le perplessità di Fish, che rimarca e rilancia la necessità non più rinviabile di una formazione adeguata per gli insegnanti di sostegno.

Come ci spiega Vincenzo Falabella, «la formazione dei docenti, in particolare di quelli destinati al sostegno, rappresenta uno dei nodi centrali per assicurare il pieno esercizio del diritto all’istruzione degli alunni e delle alunne con disabilità. La Fish ritiene prioritario intervenire con decisione su questo fronte, affinché il sistema scolastico sia realmente inclusivo, equo e capace di valorizzare tutte le diversità».
È necessario superare definitivamente una logica emergenziale e frammentaria, per costruire un sistema formativo solido, continuativo e centrato su competenze effettive
Vincenzo Falabella, presidente Fish
Proprio per questo, la Federazione sollecita da tempo una maggiore attenzione alla formazione iniziale e in servizio dei docenti, in particolare di quelli impegnati nel sostegno. «Troppo spesso, infatti, gli interventi formativi si sono concentrati sulla quantità – per far fronte all’emergenza della copertura dei posti – trascurando la qualità e la coerenza dei percorsi offerti», spiega Falabella. «È necessario superare definitivamente una logica emergenziale e frammentaria, per costruire un sistema formativo solido, continuativo e centrato su competenze effettive».
Di qui, la necessità di «una formazione che metta al centro la conoscenza approfondita della disabilità, dei diritti degli alunni e del ruolo fondamentale della scuola nell’inclusione. Solo attraverso una preparazione qualificata e strutturata sarà possibile garantire un reale processo educativo individualizzato, rispettoso dei bisogni e delle potenzialità di ciascuno».
Quale formazione per l’inclusione
La Federazione ha avuto sul tema diverse interlocuzioni istituzionali, l’ultima proprio stamattina, presso la VII Commissione (Cultura, scienza e istruzione) della Camera dei deputati. Il presidente Falabella e il vicepresidente vicario Roberto Speziale hanno presentato la Memoria della Federazione nell’ambito dell’esame della proposta di legge C. 2303, recante l’introduzione della qualifica di “docente per l’inclusione”. Ad oggi, infatti, circa il 43% degli insegnanti di sostegno è privo di specializzazione specifica.
L’auspicio della Federazione, in realtà, è quello che vengano istituite delle specifiche classi di concorso sul sostegno. «Questa percentuale inaccettabile compromette seriamente la qualità dell’istruzione offerta ai nostri studenti e alle nostre studentesse con disabilità», ha dichiarato Falabella. «L’introduzione di una figura professionale dedicata all’insegnamento di sostegno non può e non deve essere un contentino o un provvedimento spot, ma l’occasione per sanare le disfunzioni sistemiche che riguardano formazione, continuità e stabilità del personale».
La Federazione in passato ha presentato una propria Proposta di Legge per la Continuità Didattica e la Formazione Specializzata sul Sostegno, che prevede, tra l’altro, l’istituzione di specifiche classi di concorso per il sostegno didattico; il riconoscimento della continuità didattica come elemento strutturale dell’inclusione; criteri chiari e qualificanti per la nomina dei docenti specializzati; obbligo di formazione specifica in materia di inclusione anche per i docenti curricolari; definizione chiara di ruolo e competenze degli assistenti all’autonomia e alla comunicazione (Asacom), figure essenziali per l’effettiva partecipazione scolastica.
Come ricorda Falabella, «abbiamo più volte evidenziato la necessità di superare l’attuale modello dei Tfa per il sostegno, proponendo in alternativa l’istituzione di una Scuola di Specializzazione per il Sostegno: un percorso altamente qualificato, strutturato su base nazionale, che garantisca una formazione approfondita, multidisciplinare e realmente orientata all’inclusione. La qualità dell’inclusione scolastica dipende in larga misura dalla qualità della formazione dei docenti. Per questo, la Fish continuerà a richiedere con forza riforme coraggiose e lungimiranti, che pongano al centro i diritti degli studenti con disabilità e riconoscano nella scuola un luogo di crescita per tutti, nessuno escluso».
Foto in apertura Unsplash. Foto interna Fish
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