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Dionigi Tettamanzi è il nuovo arcivescovo di Milano

"Tuta di porpora" lo definì Cossiga nei giorni del G8 di Genova, ma il cardinale non è un progressista, ma un tradizionalista capace di dialogo. Ritratto a più voci

di Ettore Colombo

Se parlate di vita, parlate sempre di vita umana. Dà un senso di pienezza vero, maggiore”. Di Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Genova in procinto di diventare cardinale di Milano come successore di quel Carlo Maria Martini che ha segnato la storia e la vita della diocesi ambrosiana e che lo consacrò vescovo proprio nel Duomo di Milano, ricorda in particolare queste parole Riccardo Moro. L’economista cattolico, presidente di quella fondazione Giustizia e solidarietà che ha preso il posto della campagna contro il debito dei Paesi in via di sviluppo, lo incontrò, proprio a Genova, in un momento cruciale, quello che precedette il G8 e in particolare quell’incontro, “Sentinelle del mattino: guardiamo il G8 negli occhi”, che il 7 e l’8 luglio 2001 riunì più di 50 associazioni cattoliche e ben 250 congregazioni missionarie e religiose contro la globalizzazione dei potenti della Terra. Una vita ambrosiana Tettamanzi prese parte a quell’incontro, che peraltro ricevette il pieno assenso della Cei e del suo presidente, il cardinale Camillo Ruini, ponendosi l’obiettivo e l’urgenza di “cancellare il debito estero per i Paesi più poveri” e ribadendo con forza “la scelta preferenziale della Chiesa per i poveri”. “Tuta di porpora”, disse di lui con la consueta perfidia l’ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga nel tentativo di assimilarlo alle “tute bianche” di Luca Casarini nei giorni successivi al G8 (“Ricordo ancora”, continua Moro, “il suo profondo dolore per le violenze che Genova subì allora”). E “Cappellani della marchesa di turno” definì i promotori di quell’incontro, tacciandoli del reato di simpatie no global, monsignor Alessandro Maggiolini, vescovo di Como e ultras berlusconiano. Brianzolo doc, nato 67 anni fa nel paese di Renate, entrato in seminario a 11 anni (e nei seminari della diocesi ambrosiana trascorre oltre 40 anni coprendo ogni ruolo: alunno, professore e rettore), uomo mite e dal carattere aperto, semplice anche se dai profondi studi e dalla brillante scrittura, Tettamanzi non è affatto un progressista, come dice la trita e ideologica suddivisione dei porporati italiani in auge dai tempi del Concilio Vaticano II (l’altra categoria essendo quella dei conservatori), Tettamanzi è anche un apprezzato autore di importanti saggi (il penultimo sul diavolo, Il grande tentatore e l’ultimo sulla globalizzazione, La sentinella del mattino), nonché una “bella penna”. Come dimostra il suo lungo e oscuro lavoro di ghostwriter per molti discorsi di Giovanni Paolo II. Nominato arcivescovo di Ancona nel 1989 e divenuto nel 91 segretario della Cei, divenne arcivescovo di Genova nel 95 e nel 98 fu nominato cardinale, entrando anche nella lista degli aspiranti al soglio pontificio. A dir la verità, più volte il suo nome è stato fatto proprio in relazione alla difficile e tormentata successione che si prospetta nella Chiesa cattolica per la successione, sul soglio di Pietro, di Karol Wojtyla. Tettamanzi viene ormai considerato da tempo dai vaticanologi (ministri dell’unica e presunta scienza esatta sopravvissuta all’estinzione della sua consorella, la creminologia) in calo nella rosa dei papabili. Schiacciato su una falsa immagine no global, lui che è un appassionato studioso di bioetica, e conquistato il plauso dei contestatori interni alla Chiesa (da padre Alex Zanotelli a don Luigi Ciotti), Tettamanzi gode, in realtà, del consenso delle gerarchie vaticane più in vista e ufficiali, nonché di importanti, e diversissime tra loro, aree, dall’Opus Dei alla Comunità di sant’Egidio, mentre gli unici attriti di linea episcopale di Tettamanzi si registrano con l’ala progressista, capeggiata proprio da quel cardinal Martini che, raggiunto il limite dei 75 anni d’età, ha deciso di andare in pensione senza chiedere proroghe speciali al Papa, pronto a trasferirsi a Gerusalemme per studiare le Sacre Scritture e stare “vicino a Dio”. Erediterà da Martini una diocesi difficile quanto viva, Tettamanzi, ma non viene da una città facile. Di lui, a Genova, tutti sottolineano la grande umanità, la capacità d’ascolto e la memoria visiva. Stimato e apprezzato anche a sinistra, dall’attuale sindaco Pericu al vicesindaco Montaldo, in particolare per come si è sempre dimostrato attento ai problemi del lavoro e della crisi dell’industria (a Genova è drammatica quella della siderurgia, spiega il segretario della Fiom, Franco Grondona, e “l’arcivescovo ci è sempre stato vicino dicendoci sempre: “Prima di distruggere, bisogna costruire””), ma anche a quelli sociali e drammatici dei quartieri degradati, zone dove si sporca le mani un prete come don Gallo, che con la consueta verve racconta: “Tettamanzi, come anche lo storico cardinale di Genova, Siri, e il suo successore Canestri, sono stati grandi vescovi e delle figure umanissime che mi hanno sempre protetto, aiutato, incoraggiato. Da Tettamanzi non ho ricevuto mai un’ammonizione, nonostante durante la guerra nei Balcani mi sia rifiutato di dire messa o nei giorni del G8 sia andato in piazza anch’io. Lui mi parlava. A lungo”. Il ricordo di Giuliani Giuliano Giuliani, padre di Carlo, interpellato da Vita, sottolinea “il grande equilibrio e il profondo senso pastorale, e anche un laico come me non può che apprezzare tali doti”. Chiunque lavorò nel Genoa social forum, come Alberto Zoratti di Lilliput, non dimenticherà mai l’incontro del 7 luglio. Le parole più belle su Tettamanzi sono però di Giovanni Bianchi, ex presidente delle Acli e oggi deputato della Margherita, un brianzolo doc proprio come don Dionigi: ” è un padre, un vero pastore di anime che sa quant’è importante comunicare, ma preservando il messaggio. E il messaggio che Tettamanzi porterà a Milano sarà di pace, arguzia, intelligenza e umanità. Perché, come dice lui, l’economia deve servire l’uomo. Non il contrario”. Alla vigilia del G8 parlò di: “soldo mostruoso che spacca il mondo e genera ogni giorno nuove apartheid”. Il sito diocesi.genova. Aprendo il sito della diocesi di Genova, guidata dal cardinale Dionigi Tettamanzi, si scoprono cose curiose: oltre a una sua bella e sorridente fotografia e a biografia, omelie, preghiere, conferenze, articoli, scritti e lettere, come è giusto aspettarsi, anche una voce, “G8 – globalizzazione”, che contiene i suoi interventi sul tema. Tra questi (uno, molto bello, fu pubblicato nel 2001 sulla rivista Il Regno) spicca un titolo: “G-8.Una sfida”.


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