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Ritratto (poco elegiaco, ma gentile) di don Vitaliano della Sala

Al prete no global più famoso d'Italia il vescovo di Montegiove ha tolto la parrocchia. A Sant'Angelo Scala sono dispiaciuti. E anche il don è triste. Se lo meritava?

di Ettore Colombo

Povero don Vitaliano. Intervistato ieri pomeriggio al Tg3 ha fin troppo candidamente confessato: ?Forse ho sfruttato troppo i miei compaesani?. ?Ma l?ho sempre fatto per cause giuste??, ha poi subito aggiunto, cercando di difendersi ma decisamente ?scornacchiato?, come si direbbe dalle sue parti. Del resto, dalle sue parti, in Irpinia, i parrocchiani stanno proprio dalla sua parte e non certo da quella del vescovo, l?abate di Montegiove, superiore del prete no global più famoso d?Italia (ormai anche più famoso dell?anziano e da sempre combattivo don Andrea Gallo, il prete vicino alle lotte di operai e prostitute di Genova) – superiore in quanto il vescovado della zona ha sede, appunto, nell?abbazia di Montegiove ? e che lo ha ?licenziato su due piedi?, ha commentato il don, togliendogli il diritto di reggere la parrocchia, dire messa, confessare i fedeli e addirittura mandandolo in pensione. ?Manco fossimo alla Fiat?, ha commentato sconsolato don Vitaliano, barba lunga, occhio spento e sciarpa della pace al collo, mentre si trovava a Genova a testimoniare ad un processo che riguarda i subbugli creati dai no global nel luglio scorso (?aridaje? direbbero, in questo caso, a Roma). Eppure, visto che ogni comunità è legata al suo prevosto, specie al Sud, si scopre ? sempre guardando il tg e leggendo le agenzie ? che ha creato “caos e sconcerto” tra i suoi fedeli la notizia della sua estromissione e non solo la causa della stessa, visto che proprio queste parole sono alla base della motivazione, secondo quanto riportato ieri dal quotidiano la Repubblica, alla base della decisione vescovile. Don Vitaliano Della Sala, il prete di Sant’Angelo a Scala (Avellino), dunque, è stato rimosso dalla sua parrocchia e proprio mentre il piccolo paese dell’Irpinia ? ormai assurto a fama nazionale – si preparava a festeggiare per il prossimo 7 dicembre i dieci anni di permanenza del suo sacerdote. La lettera dell’abate-vescovo Tarcisio Nazzaro è giunta come un fulmine a ciel sereno, su don Vitaliano. “Reverendissimo, ti invito a recarti presso gli uffici della nostra Curia – recita il documento – perché ti venga notificato il decreto di rimozione dall’ufficio di parroco. Che la Vergine santissima regina di Montevergine ti illumini così che tu possa rivederti e vivere il tuo sacerdozio come si conviene”. “Obbedisco” ha risposto il sacerdote, non senza però una nota di polemica: “Obbedirò anche a questa disposizione ingiusta. Mi difenderò comunque in tutte le sedi. E’ poco cristiano rimuovere un parroco per raccomandata, sembra un licenziamento Fiat”. Don Vitaliano, che ha 39 anni, non è nuovo a polemiche e scontri con la gerarchia cattolica non solo per le undici denunce penali subite (più tre autodenunce), finite in assoluzione o ancora in corso di indagine (per aver duramente contestato i lavori di ricostruzione post-terremoto), ma soprattutto per aver messo nel presepe del paese un Gesù Bambino incappucciato come il subcomandante Marcos o appoggiato su un gommone come un immigrato. Per aver partecipato al Gay Pride. per gli attacchi ai cardinali Sodano e Pio Laghi (accusati di rapporti con i dittatori argentini e con Pinochet). Il secondo “avviso” gli arrivò per un viaggio di sostegno alla causa zapatista in Chiapas. Alla fine, l’adesione al movimento no global e l’amicizia con i principali leader dei Disobbedienti, Luca Casarini e Francesco Caruso in testa, gli sono costati la rimozione. Diceva un prete per antonomasia, agli antipodi del Nostro, don Abbondio nei Promessi Sposi, che ?Se uno il coraggio non ce l?ha non se lo può dare?. Anche ad averne troppo, però, di coraggio e di desiderio di ?epater les bourgeois?, caro, povero, don Vitaliano, si rischia di fare peccato. E di non poter più dir messa, divieto che finirà per dispiacere persino al no global in tonaca quanto si vuole, ma pur sempre prete, più no global d?Italia.


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